Arbitri, le dimissioni di Trentalange dall'Aia e le elezioni tra 90 giorni. Cosa accade adesso? Tutti gli scenari

Le dimissioni hanno salvato l’Aia dal commissariamento

Arbitri, le dimissioni di Trentalange dall'Aia e le elezioni tra 90 giorni. Cosa accade adesso? Tutti gli scenari
di Salvatore Riggio
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Lunedì 19 Dicembre 2022, 11:15

Le dimissioni di Alfredo Trentalange salvano l’Aia dal commissariamento. Decisiva la telefonata di ieri mattina di Gabriele Gravina, presidente della Figc. L’addio dell’ex capo dell’Assoarbitri ha reso tutto più facile, meno traumatico. Ma adesso cosa accadrà? L’attenzione è già rivolta verso il futuro presidente dell’Aia. Dovrà essere eletto con una votazione che andrà in scena tra 90 giorni. Saranno settimane frenetiche per capire l’identikit perfetto. Due le strade: o un ex arbitro così alto da essere inattaccabile o una personalità autorevole più o meno lontana dal mondo arbitrale. Nei giorni scorsi, tra gli ex arbitri di livello eccelso, era stato avanzato il nome di Nicola Rizzoli, attualmente responsabile del settore arbitrale ucraino e ma Head of refereeing per la Concacaf, la confederazione che riunisce il calcio del Nordamerica, Centroamerica e Caraibi.

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Un altro nome è quello di Roberto Rosetti, attualmente presidente della commissione arbitri della Uefa, ex responsabile del progetto-Var in Italia (2016) e poi appunto responsabile dei fischietti in ambito continentale dopo che la carica era stata lasciata da Collina. Infine, Gianluca Rocchi, al secondo anno da designatore, che dovrebbe lasciare. Ed è lui che potrebbe candidarsi. Intanto, di certo, restano le dimissioni di Trentalange, che nelle ultime settimane ha dovuto fare i conti col caso D’Onofrio, il procuratore dell’Aia arrestato per traffico internazionale di droga. Dopo la perdita della giustizia arbitrale, passata sotto l’egida della Federcalcio, il numero uno degli arbitri era così finito anche nel mirino del Procuratore federale Giuseppe Chinè, che gli aveva imputato, tra i comportamenti «disciplinarmente rilevanti», la violazione dell’articolo 4.1 del codice di giustizia sportiva, ovvero del dovere di comportarsi secondo i principi di lealtà , probità e correttezza, avendo tra l’altro – da capo dell’Assoarbitri – la responsabilità di nominare i vertici degli organi di giustizia Aia. Secondo la procura, Trentalange – sentito venerdì dallo stesso Chinè – avrebbe omesso qualsiasi iniziativa volta ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità di D’Onofrio. Ora il procedimento nei confronti dell’ex presidente dell’Aia andrà avanti con il deferimento e il processo davanti alla Procura federale.

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