Squadre da adottare/ Orfani del Mondiale: che triste guardare i sorteggi degli altri

di Massimo Caputi
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Sabato 2 Dicembre 2017, 00:06
Maledetto sorteggio mondiale, la sciagurata eliminazione dell’Italia è una ferita dura da rimarginare. Quando pensi che il peggio sia ormai alle spalle, torna nuovamente a pulsare provocando un dolore intenso, quanto la tristezza che scaturisce al solo pensiero di come ce la siamo procurata.

Sembra quasi impossibile, eppure la verità è cruda e si materializza come un incubo davanti ai nostri occhi, Sfilano i grandi campioni: Maradona, Pelè, Lineker e Cafù. C’è perfino Cannavaro. Le palline vengono estratte, le 32 nazionali prendono il loro posto, dando forma e sostanza agli otto gironi. Non c’è alcun errore, non serve stropicciare gli occhi, l’Italia in quei gruppi non c’è. La tv non ha avuto pietà, ci ha riportato con i piedi per terra nel ricordarci che non solo ieri, ma anche e soprattutto la prossima estate, faremo soltanto gli spettatori. Un destino mesto e inedito al quale facciamo fatica ad adeguarci. Sono passati ben sessanta anni dal quell’ Irlanda del Nord-Italia, unico episodio del nostro calcio che ci ha visto assenti dalla manifestazione mondiale. Qui ci sono generazioni e generazioni assolutamente impreparate alla nefasta novità. E’ una storia spezzata, un rito che perde la sacralità: la Nazionale e gli italiani senza il Mondiale.

Per tutti quelli nati dal ‘60 in poi è come uno choc. Non eravamo pronti, non siamo preparati, non solo a viverlo noi stessi, ma anche a raccontarlo a quei giovanissimi che per trascorrere un’estate mondiale dovranno aspettare il 2026. Il prossimo, sempre se ci andremo, sarà infatti nell’insolito periodo di dicembre in Qatar nel 2022. Il sorteggio di ieri impone una domanda: come vivremo il prossimo Mondiale? Bisognerà organizzarsi, mancano ancora più di sei mesi, ma va fatto per tempo. Il 14 giugno, giorno della gara inaugurale Russia-Arabia Saudita, inizierà il nostro calvario. Ognuno di noi prenda coscienza del ruolo che lo attende, da semplice spettatore a ”guardone” triste, da snob disinteressato a critico esasperato. Saranno giorni in cui vivremo degli altri e delle loro emozioni.

Messi con l’Argentina sfiderà la Croazia di Modric, Cristiano Ronaldo ritroverà Sergio Ramos da avversario, Cavani duellerà con Salah, mentre il Brasile di Neymar ballerà il samba contro Svizzera , Serbia e Costarica. Per come siamo fatti sarà impossibile rimanere distaccati, forse ci proveremo, ma abbiamo il calcio nel sangue e tifare ci viene spontaneo. Ognuno si sceglierà una squadra, magari proprio quella dove ci sono i propri giocatori di club o i campioni stranieri più amati. Ci organizzeremo con un nostro personale palinsesto, decidendo quale partita andrà assolutamente vista e quelle che si possono saltare senza problemi.

Brasile, Argentina, Spagna o Germania saranno tra le più gettonate. Romanisti, laziali, juventini, napoletani o interisti, tutti gli occhi saranno per quei calciatori che sentiamo nostri in ogni week end e che, almeno loro, in qualche modo ci rappresenteranno. E poi ci sarà la Svezia, mai tanto odiata e alla quale dedicheremo un’attenzione particolare, come accaduto anche ieri durante la composizione dei gironi. Gli svedesi sono nel gruppo della Germania insieme a Messico e Corea del Sud, li terremo d’occhio e molto probabilmente li “guferemo”. Vederli sarà come un brutto sogno dove dei biondi aitanti vichinghi prendono le sembianze tristi di Tavecchio e Ventura.
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