José Mourinho unisce, divide, emoziona, fa arrabbiare e rende sereni. José Mourinho è una contraddizione continua e lo è stato anche ieri nel post partita di Roma-Salernitana quando gli è stato chiesto se la sua squadra fosse o meno attrezzata per arrivare in Champions attraverso il campionato: «Io non ho mai parlato di obiettivo Champions, cerco sempre di essere sempre onesto. Non mi piace vendere fumo. Ci sono allenatori, giocatori, club, che giocano una sola finale europea nella vita e sono fortunati. Immagina noi a farne due di fila. Questa per me è una grande stagione, perché diventa storica in ogni caso. Ma quella finale lì voglio giocarla. Pinto ha parlato di Champions? È un problema suo. Pinto è il direttore, io l'allenatore. Siamo molto amici, ma possiamo avere opinioni diverse. Per me non è mai così. Noi siamo capaci di fare la storia e vogliamo farla ancora. Ma la Champions con 7 milioni spesi sul mercato non è storia, non è neanche un miracolo, ma Gesù Cristo che è andato a Roma ed è andato a fare una passeggiata al Vaticano», le sue parole.
Uno schiaffo al mercato estivo e a quello invernale che non ha trovato la piena approvazione della piazza. A qualcuno, infatti, è sembrata una scusa preventiva qualora la Roma non riesca a vincere la finale di Europa League contro il Siviglia.
Mourinho, futuro incerto
E chissà che quella di Mourinho non sia l’ennesima strategia per distogliere l’opinione pubblica dai punti deboli della squadra e spostarla su temi che lo riguardano. Perché oltre a criticare il mercato, José ha glissato sul suo futuro alla Roma: «L'addio per me è ora, per due giorni di vacanza. Devo prendere l'aereo. Ciao ciao», ha detto in conferenza stampa. Una sua rinuncia alla panchina della Roma a fine stagione, fa tremare i tifosi che senza di lui si ritroverebbero senza un punto di riferimento. Dopo la finale José ha promesso chiarezza, il countdown è iniziato.
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