Lazio-Napoli, un pomeriggio da libro di storia: Inzaghi insegue la "decima"

foto Rosi
di Alberto Abbate
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Sabato 11 Gennaio 2020, 07:30
Suonata la nona sinfonia, Inzaghi prepara la decima. Contro il Napoli può diventare il re della storia. La doppietta d’Immobile a Brescia ha permesso al tecnico di eguagliare il record di Eriksson del 1998/99. Un’altra vittoria consecutiva e Simone sarà solo al comando di questa speciale classifica. Eppure il tecnico non si fida di questo Napoli in difficoltà: «Rimane un avversario scomodo, che per due anni di fila è arrivato secondo e si è giocato con la Juve lo scudetto. Ha tenuto l’intera rosa e ha aggiunto Manolas, Lozano, Llorente, Elmas e Di Lorenzo. Doveva lottare per i primi posti, troveremo una squadra ferita e affamata, servirà la massima concentrazione per centrare il risultato. Gattuso è molto preparato e contro l’Inter ha pagato solo qualche errore individuale, il 3 a 1 è bugiardo». 
Non lo sono invece i numeri dell’ex tecnico rossonero contro Inzaghi in campionato: due successi a Milano (2-1 del 28 gennaio 2018 e 1-0 del 13 aprile 2019) e un pareggio, l’1 a 1 del 25 novembre 2018 all’Olimpico. Col Napoli però Ringhio ha sinora racimolato (al posto di Ancelotti) appena tre punti col Sassuolo e due ko: «Dobbiamo ritrovare serenità e due-tre risultati per dare continuità. Non sarà facile battere la Lazio, una grande squadra. Non c’è solo Immobile a fare la differenza, ma tanti giocatori di qualità. Sarà una sfida simile a quella contro l’Inter, dovremo colpirli nei loro difetti e limitare ogni loro ripartenza per smuovere la classifica». Sono virtualmente 18 (la Lazio deve recuperare una gara col Verona) i punti di distanza, una sconfitta e il Napoli sarebbe definitivamente estromesso dalla corsa Champions. 
LO SPAURACCHIO
Il colpo di grazia può infliggerlo Inzaghi, che ha però non solo in Gattuso ma anche nel club partenopeo un autentico spauracchio: appena un pari e quattro cocenti sconfitte da quando ha preso le redini della Lazio. Il mister era partito con un 1-1 il 5 novembre 2016 al San Paolo, poi è stato un capitombolo continuo a favore del club azzurro: 3 a 0, due volte 4 a 1 e la scorsa stagione 1 a 2 e 2 a 1 al ritorno. Anche nell’ultimo anno di Pioli erano arrivate due sconfitte (5-0 e 0-2) ad ampliare il distacco. La Lazio non vince (2-4) dal 2015 contro il Napoli, dalla fantastica notte campana del 31 maggio che valse il terzo posto. In casa un trionfo manca addirittura da 8 anni, dal 7 aprile 2012 (3-1) quando Mauri in rovesciata fece crollare l’Olimpico. E allora serve proprio un incantesimo d’Inzaghi, l’allenatore dei record: «Stavolta abbiamo le carte in regola per sfatare questo tabù, dobbiamo cavalcare i festeggiamenti e l’entusiasmo». 
OLIMPICO 
Ci si aspettava qualcosa di più dai laziali in questo momento d’oro, non ci saranno nemmeno 40mila spettatori oggi a spingere il gruppo all’Olimpico: «Forse perché è sabato e la gente lavora ma, dopo la Supercoppa vinta e quello che stiamo facendo, per una gara così difficile abbiamo bisogno di un grande pubblico». Che, dopo questo cammino mostruoso (lo score storico di 39 punti e 12 successi dopo 17 giornate), pronuncia sempre più la parola scudetto: «Sarebbe uno sbaglio pensare a ciò che succederà tra 3 mesi o tra 10 partite. Pensiamo solo al Napoli», chiosa Inzaghi. Lasciando aperto uno spiraglio per il mercato in suo aiuto: «Col ds Tare c’è un confronto aperto e ci stiamo guardando intorno. Stiamo bene così, se non troveremo niente di meglio». Nemmeno i primi acciacchi in infermeria gli fanno temere per il futuro il peggio. 
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