Helsinki-Roma, Mourinho: «Non è una gita, è già una finale»

A Helsinki è in ballo un pezzo della qualificazione: serve la vittoria per sperare almeno nel secondo posto

Helsinki-Roma, Mourinho: «Non è una gita, è già una finale»
di Stefano Carina
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Giovedì 27 Ottobre 2022, 07:55

dal nostro inviato
HELSINKI Non nevica e anche il freddo è sopportabile, nonostante l'escursione termica - considerando la lunga ottobrata romana - regali una ventina di gradi in meno (5-6) rispetto alla Capitale. Mourinho è di buon umore. Quando vede Zalewski che lo aspetta per dargli il cambio in conferenza stampa, lo stuzzica ad alta voce: «Come stai? Bene? Ah finalmente. Ti sei ammalato a 20 anni, io la prima volta è stata a 58...». Ridacchia sornione. Il malumore per il ko contro il Napoli sembra alle spalle. L'Europa del resto è terreno di caccia per lui e questa sera è una di quelle partite che José definisce da knock out. Se preferite, da dentro o fuori: «Non siamo qui in gita, se perdiamo siamo out. Ho visto le altre gare dell'Helsinki in casa e non sono state facili, per cui non sarà una passeggiata. Vogliamo quindi vincere e andare avanti in Europa League, non vogliamo tornare in Conference, dove siamo i detentori del trofeo».

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ERBA ARTIFICIALE
Paradossalmente più che questa frase bellicosa è però il modo di affrontare la vigilia che regala il termometro di quanto lo Special tenga a questa partita. Basta infatti che i giornalisti finlandesi gli facciano una domanda sul terreno di gioco artificiale e inizia lo show: «Non voglio lamentarmi, non importa quale sia il terreno anche se giocare su uno artificiale è un altro sport. Cambia il gesto tecnico ma ne sto parlando soltanto perché mi è stata fatta la domanda. C'è un campo qui vicino, a meno di un chilometro, dove gioca la nazionale finlandese ma l'Helsinki preferisce giocare su questo. Il problema non è però loro ma una responsabilità della Uefa. Lo fanno per lo sponsor? Buona scusa... Io so solo che lo scorso anno abbiamo giocato due volte sul sintetico e abbiamo perso sempre, poi nella partita della verità abbiamo ammazzato il Bodo all'Olimpico.

Stavolta invece se perdiamo siamo fuori».


MASSIMA CONCENTRAZIONE
Niente scherzi, quindi: «L'importante è sapere, conoscere, chi andiamo ad affrontare. Dopo la partita all'Olimpico ho fatto i complimenti al loro allenatore per come erano organizzati. Il movimento del calcio nordico è in evoluzione, sono preparati, allenati ed è quello che abbiamo visto nella gara d'andata. Se non fossero rimasti in 10 la partita sarebbe stata certamente più complicata di quello che comunque è stata. Sono al 212° posto nel ranking Uefa? Non mi interessa, bisogna vincere». Continua a ripeterlo come un mantra, quasi per esorcizzare una possibilità - l'eliminazione - che nel momento dei sorteggi non veniva nemmeno presa in considerazione. E invece, ancora adesso, la Roma paga maledettamente quello scivolone in Bulgaria. Nonostante tutto, i giallorossi rimangono padroni del loro destino. Al di là di quello che accadrà oggi tra Ludogorets e Betis. Non regala indicazioni sulla formazione ma si concede una battuta su Zaniolo: «L'ho portato, mi è piaciuto il suo senso di appartenenza e poi chissà, spero in un miracolo...». Il riferimento è al ricorso che il club giallororosso ha presentato alla Uefa. In realtà per oggi non ci sono possibilità. Eventualmente se ne riparlerà per il match tra una settimana contro il Ludogorets. Non ha invece voglia di parlare dell'attacco: «Una squadra che ha problemi di manovra non crea opportunità. La manovra è positiva, non abbiamo mai giocato 3-4 partite con gli stessi esterni, fino ad ora abbiamo segnato poco, questo è vero, perché alla fine nel calcio contano solo due numeri: i gol che si fanno e i numeri che si portano a casa. Dobbiamo segnare di più, sì, ma non voglio parlare dei singoli. Belotti con Abraham? Lo ripeto, non parlo di formazione». Intanto alla comitiva si è aggregato anche il giovanissimo Luigi Cherubini, classe 2004, attaccante. Non sarà lui la soluzione dei problemi ma è comunque una ventata di freschezza in una squadra che - aspettando il rientro di Dybala - ha bisogno di ripartire. E stasera sembra proprio essere l'occasione da non perdere.
 

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