Conte-Gravina, incontro decisivo. Il presidente Figc si gioca tutto in due mosse

Conte-Gravina, incontro decisivo. Il presidente Figc si gioca tutto in due mosse
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 07:30

Sette giorni per capire se il campionato potrà riprendere. Il ministro dello Sport, Spadafora continua a rinviare la palla nell’altra metà del campo allungando i tempi. L’ultima parola, però, spetterà al premier Conte. Ed è su questa direttrice che si muoveranno Figc e serie A. In agenda c’è un appuntamento tra il presidente del consiglio e quello della Federcalcio, Gravina. Questione di giorni. Domani o al massimo venerdì. Sarà decisivo. C’è fretta anche perché la Uefa entro il 25 vuole sapere se e come i campionati verranno terminati. Due le richieste che il calcio farà al governo: una data per il campionato e niente quarantena obbligatoria. Qualche presidente ha storto il naso ritenendo che Gravina sia stato troppo morbido. Anche perché ora se su questo secondo punto non dovesse esserci accordo riprendere diventerebbe quasi impossibile. Il presidente della Figc chiederà di uniformarsi al resto d’Europa: isolamento solo per il giocatore contagiato. Germania e Inghilterra sono usciti dal pantano proprio grazie a questo accordo. Di pari passo Gravina sta studiando una soluzione da proporre al governo: test capillari a immunofluorescenza. Un’idea nata grazie al presidente della Lazio, Lotito e dal medico sociale, Pulcini. Sono esami rapidi che consentono uno screening accurato con un metodo non invasivo. Potrebbero essere fatti prima e dopo ogni partita garantendo un controllo rigidissimo su tutti i calciatori. 

TAMPONI E TEST RAPIDI
Intanto da via Allegri hanno già rispedito il protocollo rivisto e corretto al ministro della Salute e a quello dello Sport per avere il definitivo via libera agli allenamenti di gruppo da lunedì. Il numero uno Gravina, anche in assenza di un rappresentante dei medici di serie A (dopo le dimissioni di Tavana non è stato eletto un sostituto), ha espressamente dato mandato al prof. Zeppilli di fare tutto il lavoro. Va bene il ritiro, va bene la quarantena, più problematica la questione legata ai reagenti. In Lombardia scarseggiano e il governo non vuole che il calcio abbia una corsia preferenziale. La Federcalcio nel nuovo testo ha specificato che nei casi critici si rivolgerà anche fuori dalla regione. In piedi c’è anche la partnership con il Campus Biomedico di Roma. 

CAOS DIRITTI TV
Il timore dei presidenti di serie A è che si torni agli allenamenti ma senza poi giocare. Sedute di gruppo e campionato non sono consequenziali. Convocando i giocatori si tornerà a pagare anche gli stipendi. E sarebbe una doppia beffa se poi il torneo non dovesse iniziare o se addirittura venisse interrotto in corso d’opera. Questione di soldi. Quelli che le tv hanno deciso di non versare. Sky l’ha ribadito in una lettera in cui si legge anche che: «non procederà al saldo delle fatture emesse. L’ informazione sarà comunicata anche ai soggetti terzi che si siano resi cessionari dei crediti portati da dette fatture». I presidenti sono sul piede di guerra. Questa mattina riprenderanno il Consiglio lasciato aperto ieri. Poi ci sarà l’Assemblea. Alcuni sono per il dialogo, molti per la linea dura: la messa in mora di Sky. Il clima è rovente. Per questo in serata il ceo Ibarra ha voluto stemperare i toni: «L’auspicio è che anche in Italia, come in tutta Europa, la Serie A ritrovi quel suo spirito costruttivo che ha contrassegnato molti anni di collaborazione con Sky». Immediata la risposta dell’ad di Lega De Siervo: «Dialogo aperto, ma Sky paghi l’ultima rata».

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