Premier League, no ai campi neutri e solo i positivi in quarantena

Premier League, no ai campi neutri e solo i positivi in quarantena
di Giuseppe Mustica
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Martedì 12 Maggio 2020, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 21:02

No ai campi neutri. Ognuno finirà la stagione nel proprio impianto. La notizia è stata appena rilanciata dal Daily Mail. In Inghilterra, dopo le discussioni di ieri, si è arrivati anche a questo accordo. Per ripartire si sta facendo di tutto. E i punti d’incontro sono di fondamentale importanza per permettere alle squadre di tornare in campo. Cosa che in Italia non sta succedendo.
 
OGNUNO NEL PROPRIO STADIO
 Aston Villa e Brighton avevano respinto prepotentemente la richiesta arrivata dopo la riunione dei club della Premier. Per garantire la regolarità del campionato tutte le squadre dovranno concludere la stagione nel proprio impianto. E pochi minuti fa sembrerebbe si sia arrivati all’accordo con il ministero degli Interni inglese. Il problema principale era legato alla possibilità di evitare assembramenti da parte dei tifosi che avrebbero potuto accalcarsi fuori dagli impianti. Ma le forze di polizia locali avrebbero dato il proprio assenso, spiegando che la questione sarebbe gestibile seguendo solamente alcune indicazioni. 
 
POSITIVI? SI SEGUIRA’ IL METODO TEDESCO
 Il Cts inglese ha accettato anche la linea guida che prevede che in caso di positività di un calciatore, solamente lui verrà messo in quarantena e i suoi compagni continueranno ad allenarsi.  Il metodo tedesco sta facendo scuola e con la Bundesliga che sabato riprenderà allora anche in Inghilterra si sono agganciato ad un traino che definire importante è dir poco. Questa soluzione al momento, in Italia, è stata respinta, spiegando che un caso di contagio costringerebbe tutta la squadra a 14 giorni di isolamento obbligatorio. La domanda sorge spontanea. Ma davvero si vuole portare a termine la stagione?

SCARICO DI RESPONSABILITA'
Ogni calciatore della Premier, prima di tornare alla ripresa delle attività di gruppo, dovrà firmare un documento dove accetterà le misure di protezione e sicurezza del club. Il tutto per togliere ogni responsabilità a società e medici in caso di contagio. Molti giocatori negli ultimi giorni hanno mostrato perplessità sul ritorno in campo e, questo documento, che secondo le ultime indiscrezioni sarà obbligatorio, potrebbe essere un intoppo sul progetto "restart". Certo è che essendo dipendenti i calciatori non possono più di tanto mettersi di traverso, ma un accordo di buon senso, anche in questo caso, dovrebbe arrivare presto. 

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