Vienna, in vacanza nella capitale austriaca tra Gran Balli e storici café

Giovedì 8 Febbraio 2024, 18:50

L’enogastronomia viennese tra Wiener Schnitzel e piatti trendy israeliani

Tra i luoghi del lifestyle viennese, iniziato con i café sul finire del ‘600 quando venne meno l’influenza ottomana nell’area, non mancano i ristoranti più autentici, anche se la capitale austriaca è sempre aperta alle contaminazioni che dettano nuove tendenze, pur restando salda alle sue tradizioni. A tavola, ad esempio, raccontano la scena più nuova locali come C.O.P. oppure Neni am Prater. Entrambi propongono, seppur in modo diverso, un menu che rompe gli schemi, mentre si respira una vibe giovanile e fresca. Il primo punta sui sapori mediterranei e premia i piccoli produttori biologici. Dà il meglio di sé quando si opta per la formula “sharing”, tra pane e brown butter, focaccia, ceviche, formaggio e olive; in abbinamento, si trovano solo vini naturali del territorio (anche dei vigneti urbani, che si estendono per ben 600 ettari), per una degustazione di qualità guidata da affabili camerieri che indossano una divisa da lavoro blu, che ricorda quella degli operai, ma in versione trendy. Il secondo è il tempio del gusto di squisiti piatti tipici di Israele, al profumo delle “Jerusalem herbs”, tutti realizzati nella cucina a vista del ristorante che affaccia sulle giostre del parco divertimenti di Vienna, illuminate di colori sgargianti al calar della sera. La tradizione con le specialità più tipiche, invece, si ritrova, in pieno centro, da “Oswald & Kalb”, «una trattoria frequentata da molti giovani viennesi che vanno a mangiare la Wiener Schnitzel, e dove anni fa ho incontrato l’uomo che oggi è mio marito», racconta la parigina titolare di “Indie”, un atelier dalla storia incredibile: i suoi eleganti abiti-pigiama biodegradabili, realizzati con tessuti provenienti dai campi di cotone nel sud dell’India, si ispirano agli outfit indossati dal padre di suo nonno, Eugène Le Moult, un esploratore francese figlio di un pioniere dell’agricoltura biologica del XIX secolo. Una figura quasi leggendaria, essendo stato il primo cacciatore ed esportatore di farfalle dalle Americhe e l’uomo che contribuì a rendere famoso il Morfo Blu, esemplare scelto poi da Apple per l’emoji dell’insetto. Ma una Wiener Schnitzel fatta ad arte, sottilissima alla viennese e con i rigonfiamenti a dimostrarne la buona riuscita della carne di vitella fritta nel burro chiarificato, si trova anche da “Gößßer Bierklinik”. «Una locanda del 1566 e, oggi, il ristorante più antico di Vienna ancora attivo, con alcune parti del palazzo che risalgono al 1406. Su una delle pareti è rimasta persino una palla di cannone – ben visibile – dell’esercito ottomano durante l’assedio del XVI secolo guidato dal sultano Solimano il Magnifico». Lo racconta la cordiale cameriera Aleksandra Ružić, originaria della Serbia e gentilissima nel ripercorrere la storia di un’insegna di valore, in prossimità dell’antico ghetto di Vienna. Un’area che si sviluppa intorno a Juden Platz, dove si trova il monolite monumento alla memoria delle 65mila vittime dell’Olocausto durante gli anni 1938-1945. Un ex quartiere di commercianti ebrei, che oggi si è trasformato nel fulcro della movida: «Lo chiamano il “Bermudadreieck”, il Triangolo delle Bermuda – spiega Quio Yqueda, un biologo romano di origine giapponese che fa il ricercatore universitario in Biologia a Vienna – Qui la sera si viene a bere e, poi, tra i tanti locali e pub fioriti negli ultimi decenni, va a finire che ci si perde e non si riesce a tornare a casa».

Wiener Schnitzel - Heuriger Kierlinger - Nussdorf (© WienTourismus/Mafalda Rakoš)
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