Vienna, in vacanza nella capitale austriaca tra Gran Balli e storici café

Giovedì 8 Febbraio 2024, 18:50

I café storici tra aneddoti e prelibatezze

Se al risveglio il giorno dopo ci si sente in una dimensione sospesa, come in un bellissimo sogno o in una favola, si può tornare piano piano alla realtà, assaporando ancora un po’ della magia di questa capitale. Una destinazione unica per come ha onorato e valorizzato la antica tradizione delle serate danzanti. Su tutte, il Ballo dell’Opera di Stato e il Ballo dell’Orchestra Filarmonica nella Sala dorata del Musikverein, dove annualmente si tiene il Concerto di Capodanno trasmesso in diretta televisiva mondiale e che, per il 2025, vedrà tornare a dirigerlo il maestro italianoRiccardo Muti. Intrattenendosi qualche giorno, è possibile scoprire molto sui luoghi che raccontano presente e passato, a partire dalle caffetterie storiche. Locali sospesi nel tempo per assaporare, come una volta, una tazza di “Einspänner”, un espresso con panna servito in un bicchiere di vetro con il manico. Un escamotage utile ai cocchieri, che potevano consumare il loro “Coffee to go” con l’unica mano libera che avevano, perché con l’altra tenevano le briglie dei cavalli. O, ancora, un “Fiaker”, un espresso doppio con rum e panna che prende il nome dalle carrozze che si aggirano nel centro storico. Solo alcune delle proposte in carta, da abbinare alle tradizionali torte viennesi, mai troppo dolci e dalle porzioni generose, che solleticano i palati, da quella ai semi di papavero alla Sachertorte fino allo Strudel di mele o di prugne, che vuole la panna accanto per una consuetudine che si è diffusa solo di recente. Considerate un secondo salotto di casa, le oltre duemila caffetterie con i camerieri in smoking - come vuole l’etiquette di questo tipo di locali - sono il rifugio di tutti i viennesi. Anche quando si ha voglia di un Gulasch a pranzo o a cena, un sostanzioso piatto che, come lo spuntino in piedi “mordi e fuggi”, fa parte del rituale del fine serata dopo un Gran Ballo. Della lunga lista di indirizzi, “the place to be” è “Schwarzenberg”, elegante e sontuoso, ma molto autentico, che risale al 1861. Si tratta, infatti, della più antica insegna gastronomica del genere lungo gli ottocenteschi boulevard del Ring. Ma va per la maggiore anche il più intimo “Café Leopold Hawelka”, ritrovo bohémien a un passo dalla cattedrale, con stampe e specchi affastellati, le luci soffuse e la boiserie di legno. Inconfondibili, accanto ai divanetti più morbidi e ai tavoli, sono le sue sedie di legno ispirate alla iconica “Thonet”, la cui ricca produzione si ritrova in due spazi espositivi imperdibili: il “Möbel Museum”, dove sono presenti anche alcuni dei décor appartenuti ai set del film “La Principessa Sissi” con Romy Schneider; e il “Mak”, vocato alle arti applicate attraverso i secoli. È proprio esplorandoli che si apprende una curiosità importante di un altro indirizzo interessante: il “Café Museum Wien” di Karlsplatz, rinomato per l’interior design a fine ‘800 dell’austriaco Adolf Loos, considerato tra i pionieri dell’architettura moderna. Un’impronta che fu mantenuta, anche quando la struttura venne rinnovata dal sudtirolese Josef Zotti dopo circa 30 anni, con la cassa ancora di fronte la porta d’ingresso.

Café Hawelka (© WienTourismus/Julius Hirtzberger)
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