Ucraina, guerra finisce con un scambio di territori? Il generale Chiapperini: «Kiev deve "donare" la Crimea a Putin»

Venerdì 24 Febbraio 2023, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 12:46

Generale oggi è esattamente un anno che è iniziata la guerra in Ucraina. Quali pensa che possano essere gli scenari possibili in futuro e quale la naturale evoluzione di questo conflitto?

Non è dato prevedere quando terminerà il conflitto, che sta assumendo sempre più connotazioni ibride, dove tutto è consentito senza esclusione di colpi: impiego massiccio di reparti corazzati e droni suicidi, minacce di uso di armi nucleari, disinformazione e destabilizzazione, fake news e azioni offensive nel campo cyber, iniziative diplomatiche e sanzioni economiche, tutte mosse attuate dall’una e dall’altra parte e che non sono circoscritte al territorio ucraino. I prodromi di una guerra terrestre di logoramento si sono visti già a marzo 2022, quando i russi non sono riusciti a sfondare verso Kiev e, ancora oggi, con le difficoltà incontrate anche nel sud dell’Ucraina e nel Mar Nero. L’Ucraina ha dimostrato di essere un grande Paese, con forze armate motivate che si suppone continueranno a difendersi caparbiamente, finché ne avranno la possibilità. I russi, seppur con alcune debacle e difficoltà che molti non prevedevano, hanno ottenuto conquiste territoriali che li ha posti, almeno fino ad ora, in una situazione di relativo vantaggio per futuri tavoli delle trattative. Dopo un anno dall’inizio della guerra, continuano ad occupare quasi un quarto di quella che era l’Ucraina prima del 2014, compresi Crimea e parte di quattro regioni del sud. Si tratta di territori pari a quasi la metà della penisola italiana. Insomma, la Russia non sta stravincendo come sperava e molti temevano ma può ancora raggiungere alcuni degli obiettivi prefissati pur avendo dimostrato di non essere proprio una invincibile potenza militare e inimicandosi quasi tutte le altre nazioni del mondo. Il conflitto, stante la situazione sul terreno, potrebbe durare a lungo con una contesto simile a quello coreano a cui assistiamo da circa settanta anni.

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