Ucraina, guerra finisce con un scambio di territori? Il generale Chiapperini: «Kiev deve "donare" la Crimea a Putin»

Venerdì 24 Febbraio 2023, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 12:46

Come valuta il piano preannunciato dalla Cina per una de-escalation ed una futura pace in Ucraina? Pechino può avere un peso determinante in eventuali trattative?

La Cina si è attivata per avanzare una propria proposta in alternativa a quelle circolanti in ambito ONU. La sua bozza, da indiscrezioni, sembrerebbe andare incontro agli obiettivi strategici della Russia e cioè il riconoscimento dell’annessione, avvenuta unilateralmente a settembre 2022, delle quattro Regioni del sud dell’Ucraina (Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhya), più naturalmente la Crimea occupata dal 2014. Molto verosimilmente il Dragone non mancherà anche di richiamare la necessità di una piena neutralità dell’Ucraina. Invece la bozza di risoluzione discussa e approvata ieri all’ONU, con l’indicativa astensione della stessa Cina, presume, in sintesi, il ritiro completo delle forze russe e il ripristino dei confini internazionali risalenti a prima delle vicende del 2014 e, più recentemente, dell’invasione armata da parte della Federazione Russa. Due posizioni in antitesi che vanno superate in qualche maniera. I colloqui dovrebbero essere portati avanti a ogni costo, anche accettando come mediatori quei Paesi indigesti all’una o all’altra parte, ad esempio la Cina. Questa, seppur schierata con la Russia, non può essere soddisfatta di una situazione d’instabilità mondiale troppo prolungata causata dal paese “amico”, che penalizzerebbe anche il suo anelito di ulteriore espansione economica con respiro mondiale. Al riguardo, ritengo che si possa lanciare una provocazione per superare l’empasse: per la Crimea si potrebbe pensare ad uno scambio di territori. Come nel 1954 la grande penisola del Mar Nero è stata “donata” da Kruscev all’Ucraina, così oggi la Crimea potrebbe essere “donata indietro” dall’Ucraina alla Russia. Un gesto di buona volontà che supererebbe il vincolo dell’intangibilità dei confini in quanto decisione “consensuale”. Nella penisola, vero centro di gravità nel Mar Nero, i russi dovrebbero mantenere una presenza militare limitata però alla sola base navale di Sebastopoli. Tutti gli altri territori rientrerebbero invece nei confini ucraini decidendo successivamente, con un referendum, il livello di autonomia da concedere al Donbass. Ulteriori importanti elementi che potrebbero essere posti sul tavolo delle trattative sono il tema dei presunti crimini di guerra e la questione della ricostruzione. Sui presunti crimini di guerra si dovrebbe consentire il libero accesso nelle aree incriminate degli operatori delle organizzazioni internazionali preposte. Per quanto attiene alla ricostruzione, invece, la Russia dovrebbe accollarsi la maggior parte degli oneri, da quantificare a cura di organizzazioni terze accettate dai due contendenti.

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