Nuovo codice appalti pubblici, cosa cambia? Dai subappalti alla revisione dei prezzi: più competizione nei servizi

Sabato 17 Dicembre 2022, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 09:44

Più competizione nei servizi, l'obiettivo è ridurre le tariffe

di Andrea Bassi - Affidare i servizi pubblici locali a proprie società diventerà per i Comuni una eccezione. La regola generale sarà quella della messa a gara. E le nuove norme saranno valide anche per il trasporto pubblico locale (autobus, metropolitane e ferrovie), mentre rimarranno escluse le reti di gas ed energia elettrica. Il consiglio dei ministri ha dato ieri il via libera. Per i sindaci non sarà facile giustificare il ricorso alle municipalizzate per erogare i servizi. Dovranno predisporre «una motivazione qualificata» per la scelta o la conferma del modello di autoproduzione ai fini di una «efficiente gestione» del servizio, che «dia conto», anche sulla base dei modelli standard predisposti dalle autorità competenti, «dei benefici per la collettività». Insomma, quando si tratterà di affidare la gestione dei bus o quella dei rifiuti, bisognerà tenere conto della «qualità del servizio», della situazione «delle finanze pubbliche», oltre che dei «costi per gli enti locali» e quelli per «gli utenti». Ma soprattutto bisognerà dare conto dei risultati della «precedente gestione». Se la società è stata perennemente in perdita, ha aumentato i costi e ridotto gli investimenti, difficilmente potrà vedersi affidato di nuovo il servizio senza una gara. Tuttavia, però, le società che subentreranno dovranno garantire la «clausola sociale».

Dovranno cioè assicurare «la tutela occupazionale del personale impiegato nella precedente gestione». Un passaggio questo, che è stato rafforzato rispetto alle precedenti versioni del decreto del governo, quando era invece prevista soltanto «un'adeguata tutela».
Non solo. In caso di affidamento alle società in house, il Comune dovrà dire anche quali sono gli effettivi benefici della decisione per la collettività. Viene inoltre ammorbidita, la norma che prevede lo stop alle porte girevoli tra politica ed incarichi nelle società partecipate. Chi ha svolto incarichi politici nell'amministrazione non potrà trasferirsi nel consiglio o nei ruoli di una partecipata se non è passato almeno un anno. Nella precedente versione del provvedimento, questo limite era stato fissato in due anni.

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