Caracalla, lusso e divinità nella domus segreta delle Terme

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Servizio di Laura Larcan Video di Francesco Toiati

IL RESTAURO
Il rosso cinabro gioca con il blu egizio e il viola. Sfondi preziosi per figurine d'ispirazione dionisiaca. Gli amorini a cavallo di antilopi e caproni, e maschere di satiri e sileni che animano il corteo di Bacco. Occhi all'insù, a scoprire una decorazione straordinaria che corre per oltre sei metri e restituisce una porzione di volta di quello che in origine era un triclinio, la sala per banchetti, di quasi 1900 anni fa. Sono le pitture che echeggiano i fasti e il lusso sfrenato di quella che viene considerata la Domus segreta delle Terme di Caracalla a Roma.
IL SACELLO
Un tesoro intercettato a otto metri di profondità alla metà dell'Ottocento sotto un'area delle Terme imperiali, riscavata negli anni 70 del Novecento, ma rimasta sconosciuta: alcune porzioni decorative (staccate e protette) chiuse nei depositi del Palatino, come il triclinio; altri affreschi di pareti e volte rimontati per ricreare l'originario sacello (la stanza domestica dedicata ai culti) in un ambiente delle Terme stesse, rimasto però chiuso da oltre trent'anni. Ora, dopo un lungo restauro, fervono i lavori per riportare tutto alla luce, con un nuovo allestimento nella palestra orientale delle Terme, che aprirà al pubblico il 23 giugno.
LAMPADE ALLA MANO
Il cantiere è uno spettacolo. C'è voluto un lavoro certosino su reperti chiusi in cento casse arrivate dal Palatino condotto dall'archeologa Silvia Fortunati, insieme al team di specialisti guidati da Mirella Serlorenzi, responsabile del sito. «Durante l'attuale restauro è emerso con maggiore chiarezza l'alto livello della decorazione di questa domus lussuosissima», racconta la Serlorenzi. Lampade alla mano, ecco che dalla penombra si svelano pareti monumentali di colori e scene avvolte dal mito. Subito compare una parte della volta di un triclinio di grandi dimensioni, sette metri per otto, lussuosamente decorato.
«Una decorazione molto particolare che da un punto di vista architettonico è molto rara», precisa l'archeologa. Dobbiamo fare uno sforzo di immaginazione. La bellezza di queste pitture evoca la storia di un quartiere urbano di età adrianea, della prima metà del II secolo d.C., quando domus raffinate sfilavano a ridosso del tratto urbano dell'Appia Antica. E questa era una domus incastonata in un'insula (una palazzina a più piani) sullo stile delle abitazioni di Ostia Antica. Il terrapieno delle Terme imperiali (nel 206 d.C.) ha tagliato di netto la Domus dal primo piano in su.
L'ARISTOCRAZIA
Una ipotesi di proprietario? «Purtroppo non sono state rinvenute iscrizioni che indichino a chi fosse appartenuto l'edificio - commenta Mirella Serlorenzi - Tuttavia la particolare struttura, con una domus signorile al piano terra e appartamenti ai piani superiori, che per Roma è un unicum, fanno pensare ad un mercante facoltosissimo. E nulla esclude che potesse far parte dell'aristocrazia romana».
Dal triclinio si passa al larario, il sacello sacro domestico. Un ambiente impressionante, che conserva ancora gli angolini delle imposte della volta a crociera. «Qui abbiamo individuato due strati di affreschi sovrapposti, collegati a due fasi decorative - spiega Silvia Fortunati - Il primo è tipico dell'arte di età adrianea, con lo spazio diviso in geometrie verticali e orizzontali, con all'interno raffinate raffigurazioni di genere». Figure deliziose di uccellini e cervi accanto a vasi, filari di scudi dipinti in prospettiva illusionistica, fiaccole. «Cinquant'anni più tardi, ecco il secondo strato con un tipo di pittura molto rara che definiamo delle megalografie», sottolinea Fortunati.
IL PANTHEON
E qui spicca il vero coup de théâtre: le une di fronte alle altre, le divinità del pantheon romano, Giove, Minerva e Giunone, ma anche orientali. Come Iside raffigurata con il nodo lunare in testa e fiaccola e spighe nelle mani. E Anubi, dalla testa di cane. «Il tutto - riflette Mirella Serlorenzi - ci restituisce un luogo di culto simbolo di un sincretismo religioso, che rendeva l'antica Roma unica».
IL PERCORSO
Dalle strutture titaniche delle Terme di Caracalla, ad una dimensione domestica fatta di lusso e colore. «Questa domus era rimasta chiusa per troppo tempo - annuncia la soprintendente Daniela Porro - La raffinatezza degli affreschi mostra lo splendore dell'età adrianea, apogeo dell'impero. Le Terme di Caracalla così ampliano il loro percorso di visita, offrendo la suggestione anche di quello che c'era prima che venisse costruito agli inizi del III secolo dopo Cristo».

 

Servizio di:Laura Larcan Video di: Francesco Toiati