Giubileo, vertice a Palazzo Chigi: timori per sanità, sicurezza e trasporti. Il Vaticano segnala le criticità di Roma per il 2025

Intesa tra Italia e Santa Sede per evitare nel 2025 che chi entra possa diventare immigrato irregolare

Giubileo, vertice a Palazzo Chigi: timori per sanità, sicurezza e trasporti
di Franca Giansoldati e Francesco Malfetano
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Giovedì 20 Aprile 2023, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 19:35

Una road map per accelerare verso il Giubileo del 2025. O meglio per rassicurare il Vaticano rispetto al timore di ritardi sui capitoli sicurezza, sanità, visti e mobilità. È quella definita ieri durante un lungo vertice bilaterale tenuto nella sala del Concistoro tra l’Italia e la Santa Sede. Un incontro «fattivo» a cui hanno preso parte oltre al Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e alla premier Giorgia Meloni, ben otto ministri, cinque prelati (tra cui l’arcivescovo Rino Fisichella, pro Prefetto del Dicastero dell’Evangelizzazione, un veterano dei giubilei, avendo preparato quelli del 2000 e del 2016), il governatore del Lazio Francesco Rocca, il sindaco di Roma e commissario straordinario per il Giubileo Roberto Gualtieri e Francesco Di Nitto, ambasciatore italiano presso la Santa Sede. Vale a dire tutti i nodi cruciali da cui si dipaneranno le diverse iniziative legate ad un evento che, sia nelle parole di Meloni che di Parolin, ieri è stato definito «importante e significativo per la tradizione europea».

GRUPPI DI LAVORO
Le necessità a cui trovare una risposta sono molteplici e si è deciso che saranno affrontate attraverso otto diversi gruppi di lavoro (Ordine pubblico, Sanità, Trasporti, Telecomunicazioni, Servizi di urgenza, Logistica e volontariato, Comunicazione e, infine, Cultura e turismo) che si incontreranno «presto e con frequenza» nella speranza che si riesca a velocizzare il più possibile il percorso, evitando quei rallentamenti che già si stanno verificando con alcune delle opere previste. 

In diverse occasioni infatti, persino nel corso dell’ultimo concistoro, il Vaticano aveva manifestato la preoccupazione di essere in ritardo sui tempi, visto che (per esperienza) occorrono almeno tre anni di preparazione, sia per il fronte ecclesiale interno - quindi di natura spirituale - che per il fronte italiano.

Tant’è che questo timore è affiorato anche nell’ora e mezza di confronto con l’esecutivo. 

Nonostante ciò chi era presente, da ambo le parti, ha raccontato di un clima di totale collaborazione e di grande disponibilità. Ad esempio il ministro degli Esteri Antonio Tajani (presente assieme ai colleghi Salvini, Giorgetti, Piantedosi, Sangiuliano, Schillaci, Santanché, Musumeci e al sottosegretario Alfredo Mantovano) avrebbe accolto con favore la proposta vaticana di riproporre la formula già utilizzata nel 2016, per il Giubileo della Misericordia, per quanto riguarda la concessione dei visti richiesti da quei pellegrini che provengono dall’Africa o dall’Asia e dalle altre aree che restano fuori dall’accordo di Schengen. L’idea è quella di arrivare alla firma di un trattato ad hoc tra la Santa Sede e la Farnesina in cui verranno coinvolte le varie ambasciate, i consolati in collaborazione con le oltre duecento nunziature sparse sul pianeta. Ai nunzi apostolici spetterà infatti dare garanzie sul vero motivo del viaggio: i pellegrini resteranno sul suolo italiano (ed europeo) il tempo necessario per l’esperienza di fede a Roma e poi ripartiranno senza alimentare eventuali migrazioni fuori controllo. Restano da limare alcuni dettagli e non è escluso possano essere imposti dei limiti considerando la delicata situazione bellica in cui si trova l’Europa. 

Impegno identico da parte italiana per garantire ai cittadini e ai 30-32 milioni di pellegrini che arriveranno a Roma nel corso dell’anno, la giusta sicurezza, definendo cioè «piani di emergenza e gestione dei raduni di massa», «sistemi di coordinamento e gestione degli eventi critici» e «logistica per la safety». Idem per quanto riguarda la sanità e la mobilità. Per quest’ultima infatti, c’è particolare apprensione perché se il piano di mobilità va ancora redatto, stanno emergendo già diverse difficoltà nella realizzazione degli 87 interventi previsti entro il 2025. Ad esempio per il parcheggio interrato di tre piani sotto piazza del Risorgimento che difficilmente vedrà la luce in tempo.

LA CULTURA
Non solo infrastrutture ed emergenze però. Ieri il ministro della Cultura Sangiuliano ha anche annunciato l’intenzione di svolgere per l’occasione tre grandi iniziative culturali: una mostra retrospettiva dei giubilei della storia cristiana; un’ampia esposizione tematica di carattere religioso con alcuni dei maggiori maestri del Rinascimento italiano, realizzata anche grazie a prestiti da musei europei; una serie di concerti di grandi orchestre tra le quali quelle del Teatro dell’Opera di Roma, dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro di San Carlo di Napoli.
 

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