B&b in centro a Roma: «Basta, è a rischio la sicurezza e i quartieri perdono la loro identità»

Chiesto un incontro urgente a sindaco e prefetto: «Troppi sconosciuti in giro nei palazzi senza alcun controllo»

B&b in centro a Roma: «Basta, è a rischio la sicurezza e i quartieri perdono la loro identità»
di Fabio Rossi
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Lunedì 4 Marzo 2024, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 14:38

Sconosciuti che vagano nei palazzi, di giorno e di notte, senza che nessuno possa ragionevolmente sapere se sono ospiti di un B&b o di un affittacamere al piano di sopra o malintenzionati. Con rischi per la sicurezza, o semplicemente per la tranquillità dei (pochi) residenti che ancora resistono negli appartamenti delle aree più visitate (e delicate) della Città eterna. Senza contare la gestione dei rifiuti - con la differenziata che troppo spesso diventa un optional - e la sempre maggiore difficoltà di trovare una casa in affitto per lunghi periodi all'interno delle Mura Aureliane. Gli abitanti dei quartieri centrali della Capitale, che da tempo lamentano la perdita di identità delle loro strade, lanciano un appello a Prefettura e Campidoglio, chiedendo un incontro urgente per discutere di questi temi. E lo fanno con una lettera dell'Associazione abitanti centro storico di Roma (Aacs), indirizzata al prefetto Lamberto Giannini, al sindaco Roberto Gualtieri, agli assessori capitolini alla sicurezza, Monica Lucarelli, e al turismo, Alessandro Onorato, e alla minisindaca del I Municipio, Lorenza Bonaccorsi.

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I PUNTI

L'associazione, con la presidente Viviana Di Capua, chiede un incontro urgente sul tema, per trovare un punto comune di azione che tuteli il centro storico, a partire de chi ci vive stabilmente. «La deregulation di case vacanze, B&b e alloggi turistici che sta divorando dall'interno i palazzi del centro storico inizia ad avere pesanti effetti sociali con forme subdole di espulsione dal territorio - scrive l'Aacs - Tutti vogliono partecipare al business per il momento (e apparentemente) più redditizio del centro storico, dopo i locali di ristorazione.

La trasformazione degli appartamenti in alloggi per soggiorni temporanei e affitti brevi, quando non sono invece frazionati in tante stanze da simil-albergo diffuso talvolta con locali in strada convertiti in improvvisate reception, riguarda singoli proprietari, condomini, fondazioni religiose».

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Particolare attenzione viene rivolta al tema della sicurezza: «Molti aspetti vengono a mancare in un normale palazzo di sole abitazioni che diventa un luogo dove il continuo e prepotente viavai di centinaia di sconosciuti (tutti dichiarati alla Questura?) incide sulla sicurezza, sulla privacy, sulla composizione stessa della comunità di un luogo abitato dove viene a mancare lo scambio, il mutuo sostegno, la condivisione - sottolinea Di Capua - Cercando di inquadrare ancor più nel dettaglio la situazione, sono da valutare aspetti delicati come la presenza di persone anziane, bambini, disabili lasciati in un vuoto di rapporti o a contatto solo con sconosciuti». La composizione dell'abitato «incide sul tessuto commerciale, dove artigiani, attività di vicinato, piccole botteghe rischiano davvero di scomparire - sostiene l'Aacs - Le strade sono sempre più una successione di negozi gestiti da una rete commerciale straniera (bengalese e cinese le più presenti) che sopravvive anche vendendo una calamita al giorno». L'amministrazione comunale, da parte sua, chiede un intervento nazionale. «Non è più tollerabile quanto sta accadendo nelle città d'arte per colpa dell'abusivismo extralberghiero - sottolinea Onorato - Il Governo si ostina a non regolamentare il fenomeno e a non darci gli strumenti giusti per frenare questo proliferare di strutture che nelle città d'arte impoverisce il tessuto urbano e crea problemi di sicurezza».

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