Rifiuti Roma, Ama blocca il porta a porta: «Troppe scale per i netturbini»

Rifiuti Roma, Ama blocca il porta a porta: «Troppe scale per i netturbini»
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 2 Agosto 2020, 00:47

Raccolta porta a porta cancellata perché i dipendenti dell’Ama fanno troppe scale. E pazienza se in altre parti d’Italia o del mondo i netturbini non si fanno tanti scrupoli - pensiamo a quelli che s’inerpicano tra i cottage scoscesi della Val di Fiemme, dove la differenziata è all’86%... - in alcuni quartieri di Roma, per volere della municipalizzata dei rifiuti, si torna ai vecchi cassonetti stradali, quelli smantellati e rimpiazzati, con una pioggia di fondi pubblici, dai bidoncini da condominio. Ora, invece, indietro tutta. Riecco il vecchio modello, da Colli Aniene a Decima. Anche se, a detta dei residenti, quello nuovo non funzionava troppo male, compatibilmente con le crisi cicliche dei rifiuti che ammorbano la Capitale. Risultato: altro che differenziata al 70% «entro il 2021», così prometteva Virginia Raggi nel 2016, a sei mesi dalla scadenza per raggiungere il traguardo, Roma rischia perfino di peggiorare il misero 45,5% raggiunto l’anno scorso.

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LE LAMENTELE La ragione dell’inversione a U sul “porta a porta”, come ammette l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, in una lettera del 30 luglio, non ha nulla a che vedere con i disservizi, che appunto nei quartieri in questione, Decima e Colli Aniene, sono stati meno marcati rispetto ad altre zone della città. C’entra invece una lamentela sollevata più volte dai rappresentanti dei lavoratori: «I netturbini faticano a fare le scale, i vialetti interni dei palazzi sono scomodi, ci sono passaggi in salita», come sostiene Alessandro Bonfigli della Uil Trasporti. Potrà sembrare una bega da sindacalisti, invece l’Ama l’ha sposata in pieno. Scrive infatti l’au Zaghis: «Si sta valutando la rivisitazione delle modalità di progettazione dei servizi di raccolta, convertendo la raccolta domiciliare con quella stradale nelle aree più critiche». E quali sono le criticità? «La presenza di gradini e rampe ripide», continua la lettera, addirittura «marciapiedi, salite e discese». Insomma, un modello innovativo su cui peraltro lo stesso M5S assicurava di voler puntare, viene archiviato perché così i netturbini non devono più lavorare in «salita».

LA LETTERA Zaghis nella lettera spedita alla direttrice dell’Ufficio Rifiuti, Laura D’Aprile, e al consigliere di FdI Andrea De Priamo che aveva presentato un’interrogazione sul tema, fa capire che si è trattato una mossa obbligata. Perché dopo le proteste dei sindacati, è intervenuta la Asl. Che ha «elevato verbali di contravvenzione», riporta Zaghis. Il motivo? Per l’azienda sanitaria il «traino dei bidoncini in presenza di dislivelli», avrebbe compromesso «le condizioni di sicurezza e salute degli operatori impegnati nella movimentazione». Quanto costerà la retromarcia? Non si sa. Solo calcolarlo, per il numero uno della partecipata, sarebbe «una complessa, gravosa e impegnativa attività di elaborazione dei costi». A chi abita a Decima e a Colli Aniene, paradossalmente proprio i primi quartieri della città dove, nel 2007, venne inaugurato il servizio del porta a porta, non resta che aspettare il ritorno dei vecchi contenitori dell’immondizia. «Speriamo che non invadano i marciapiedi - commenta Ermenegildo Colazza, presidente onorario del comitato di quartiere di Colli Aniene - Ma già con i bidoncini del porta a porta sta avvenendo: i netturbini si erano stancati di entrare negli stanzini dei palazzi, dove erano stati sistemati all’inizio, e hanno cominciato a portarli in strada, per fare prima». Sulla vicenda naturalmente è pronta a battagliare l’opposizione. «È grottesco - attacca proprio De Priamo di FdI - il porta a porta viene cancellato nelle zone dove era stato inaugurato più di dieci anni fa e dove funzionava, al netto dei problemi comuni a tutta la città».

 

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