Roma, Sport e disabilità: il “Tag Rugby unificato a 7” la nuova frontiera dell’inclusione Special Olympics

Una pratica già diffusa in Italia con l’obiettivo futuro di abbracciare diversi club sportivi e promuovere l’inclusione sociale

Roma, Sport e disabilità: il “Tag Rugby unificato a 7” la nuova frontiera dell’inclusione Special Olympics
di Alessia Perreca
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 11:53

Lo scorso giugno una delegazione Azzurra era volata a Parigi per partecipare alla prima edizione dello Special Olympics International Tag Rugby Tournament conquistando una medaglia di argento. Ma non è tutto: in occasione dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics ( disputatesi nel 2017 a Biella e nel 2018 a Montecatini, ndr) e a Torino, con i Play the Games, il Rugby Unificato ha rappresentato la nuova frontiera dello sport unificato. A ribadirlo, a gran voce, nel corso di un incontro, tenutosi due giorni fa presso la sede Coni Lazio, i diversi referenti, presidenti e tecnici di Rugby Club insieme ad alcune Associazioni locali che si occupano di inclusione per le persone con disabilità intellettiva. 

Il Tag Rugby Unificato a 7

In origine, negli anni Settanta, erano semplici partite di Palla Scout. Poi, agli inizi degli anni Novanta, in Gran Bretagna è diventato il “Tag Rugby”: uno sport dove non esiste il placcaggio come accade nell’attività tradizionale, ma viene sostituito dallo strappo del flag, uno dei nastri al portatore di palla avanzante. In Italia, così come in Francia, il metodo è diventato una tradizione consolidata che aiuta a prendere confidenza con gli obiettivi della disciplina oltre ad acquisire destrezza sul campo e avere fiducia nelle proprie capacità.

E non solo: nel novembre del 2017, a Firenze, nel corso del match Italia- Argentina, la Federazione Italiana Rugby e Special Olympics avevano firmato una convenzione per promuovere attivamente l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva attraverso la pratica sportiva del rugby con formula flag. Attualmente sono solamente otto i Team Special Olympics che si dedicano in via ufficiale alla disciplina del Rugby Unificato a 7. Un gioco che prevede la partecipazione dii 4 atleti con disabilità intellettiva e 3 partner normodotati. L’obiettivo futuro è di allargare la pratica sportiva all’interno di diversi club affinché possano accogliere la nuova realtà e, attraverso skills manuali, ( prove, ndr) allenare anche atleti con disabilità gravi attraverso percorsi studiati. Il sogno finale, poi, è il raggiungimento del mondiale. «È importante, se non fondamentale, il nostro slogan ribadito più volte: “Rugby per tutti”», dice a “Il Messaggero” Maurizio Amedei, Presidente Comitato Regionale Fir Lazio. «E’ importante per i ragazzi e per le loro famiglie è una grande certezza».

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