Una notte per morire dal ridere

PER IL DIARIO Giorgio Montanini, c'è sempre qualcosa da Bere al Brancaccio in foto Pietro Castellitto Claudia Rolando / AG Toiati
di Valentina Venturi
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Domenica 5 Maggio 2024, 21:37 - Ultimo aggiornamento: 21:46

Se c’è una cosa che non difetta a Giorgio Montanini è la schiettezza, in tutto quello che sceglie di intraprendere e di portare a termine. A conferma dell’incontenibile forza vitale c’è lo spettacolo “C’è sempre qualcosa da bere”, presentato ieri sera al teatro Brancaccio. L’attore, comico e stand-up comedian torna a calcare le tavole del palcoscenico per raccontare la sua verità sulla salvifica rinascita dopo i drammatici 45 giorni di coma conseguenti ad una polmonite virale, fino al lento recupero.
Ad applaudirlo nel teatro del direttore artistico Alessandro Longobardi non sono voluti mancare Giorgio Colangeli, di recente candidato come miglior attore non protagonista ai David di Donatello per il ruolo del suocero di Paola Cortellesi nel film “C’è ancora domani”, e il sodale Alessandro Bardani, regista e attore che di recente ha riscosso un notevole successo con la pellicola “Il più bel secolo della mia vita”, con Sergio Castellitto e Valerio Lundini; il film è tratto dallo spettacolo teatrale campione d’incassi del 2015 che Bardani ha scritto con Luigi Di Capua dei The Pills, interpretato sul palcoscenico da Colangeli e Francesco Montanari. Vanessa Scalera, protagonista sul palcoscenico e ultimamente acclamata per l’interpretazione nella serie televisiva “Emma Tataranni - Sostituto procuratore” si accomodava in platea, felice di poter godere della comicità di Montanini. Entravano anche il regista Cosimo Messeri, il comico Maccio Capatonda la cui presenza a teatro è sempre sinonimo di spettacolo d’eccellenza e Elia Bei che ha diretto “Il ladro di spezie”.
Ecco Pietro Castellitto che lo ha voluto nel cast dei suoi due film da regista: “I predatori” ed “Enea”; Montanini spesso e volentieri ha ripetuto come Castellitto lo abbia salvato. Atteso anche il duo dei Jalisse, i coniugi Fabio Ricci e Alessandra Drusian, che hanno voluto complimentarsi con Montanini anche dello spettacolo ideato con Daniele Fabbri e dal titolo “Come i Jalisse”. In scena, introdotto da Francesco Capodaglio prende corpo uno spettacolo autoironico partendo da un tema che la satira da migliaia di anni cerca di dissacrare, la morte, fino a volare alto.

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