Ambientalisti contro il tram di via Nazionale: «Roma rischia troppi danni»

Critiche al progetto Tva dal mondo ecologista: «Il pericolo dalle vibrazioni»

Ambientalisti contro il tram di via Nazionale: «Roma rischia troppi danni»
di Fernando M. Magliaro e Giampiero Valenza
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Domenica 1 Ottobre 2023, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 09:39

Una parte del mondo ecologista non ci sta al tram Termini-Vaticano-Aurelio che si ha intenzione di costruire nel Centro storico. E Vincenzo Pepe, presidente nazionale di Fareambiente, tuona contro l’opera. «Sviluppare le linee dei tram a Roma? Mi sembra che così la Capitale voglia tornare indietro, a una Roma che non esiste più e che non fa assolutamente parte del futuro che immaginiamo - dice - La Città Eterna rischia di non essere più eterna perché i danni delle vibrazioni nelle zone archeologiche e più di pregio possono essere ingenti. Bisognerebbe invece incentivare di più l’elettrico e sviluppare monopattini e biciclette. Su questo tema è importante che venga reso facoltativo l’uso del casco, altrimenti il rischio è che a Roma si usino meno anche i mezzi in sharing». Per Pepe «serve un trasporto pubblico di qualità», in grado di dare maggiori «certezze ai pendolari». 

LA LOBBY
Sotto i riflettori c’è una certa lobby tranviaria sostenuta da una parte della sinistra in Campidoglio sostenuta proprio da un silenzio complice di un’altra ala del mondo ambientalista. «Sì, a promuovere i tram è una lobby.

La stessa lobby che non dice nulla sui rifiuti e che non vuole il termovalorizzatore - accusa ancora il presidente di Fareambiente - Si tratta di un ambientalismo ideologico e fondamentalista, che negli anni Settanta può aver promosso anche cose giuste e importanti ma che non si è adeguato a una società nuova. A Roma è la lobby che non vuole il termovalorizzatore e che automaticamente dice “sì” all’immondizia lungo le strade e che il problema si risolve in altro modo. Sono venti anni che a Roma si parla di differenziata, ma ancora non c’è».

Intanto, il prossimo 13 ottobre il tema del Tva arriverà in Assemblea Capitolina per una seduta straordinaria che è stata richiesta dalle opposizioni. Il primo firmatario è Marco Di Stefano (FI-Udc) insieme agli eletti di Fratelli d’Italia, Lega e Azione. In Aula è stata richiesta la presenza del sindaco Roberto Gualtieri e dell’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè. Il costo totale dell’intervento è di 294 milioni di euro: 120 con fondi Pnrr e 174 con soldi del Ministero dei Trasporti, con un cantiere che partirebbe ad aprile 2024 (e che si dovrebbe fermare per tutto il 2025, anno del Giubileo) e poi arrivare a conclusione per febbraio 2028. L’inchiesta del Messaggero ha rilevato, finora, problemi di vibrazioni e acustica non adeguatamente valutati; vicinanza con aree di pregio (come la zona della Basilica di San Vitale) e poi archeologiche, monumenti medievali e palazzi rinascimentali ad «altissimo rischio» come evidenziato dalla stessa Soprintendenza; tre zone con strozzature della viabilità dovute alla presenza delle rotaie, potenziali trappole per auto e moto, tram e bus, taxi e mezzi di soccorso; ostacolo all’accesso al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito in Sassia; mancanza di aree per il carico e scarico merci e per la raccolta dei rifiuti che consentano a trasportatori e Ama di operare in sicurezza. Criticità e dubbi hanno raccolto un lunghissima sfilza di “no”: archeologi e storici, sindacati di vigili urbani, tassisti e operatori sanitari, residenti, commercianti, motociclisti.
 

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