Roma, scontri studenti-polizia: il blitz non autorizzato, poi le cariche dei poliziotti. Fermato un minorenne

Roma, scontri studenti-polizia: il blitz non autorizzato, poi le cariche dei poliziotti. Fermato un minorenne
di Flaminia Savelli
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Sabato 11 Maggio 2024, 00:21

Scontri tra polizia e studenti ieri mattina durante il corteo organizzato dall’Associazione Aracne, Zaum, Coordinamento Collettivi Sapienza, studenti delle scuole superiori e realtà transfemministe. La miccia si è accesa quando il gruppo dei 300 ragazzi ha deviato il percorso concordato verso l'Auditorium della Conciliazione dove si stavano svolgendo gli Stati generali della Natalità. Gli agenti si sono quindi schierati in tenuta anti sommossa per contenerli. Sono stati attimi ad alta tensione tra cariche, manganellate e lancio di oggetti. Il bilancio è stato pesantissimo: cinque ragazzi feriti, per due di loro è stato necessario il trasporto al pronto soccorso. Feriti negli scontri anche quattro poliziotti soccorsi e trasportati in ospedale. Infine un 16enne, studente del liceo Virgilio è stato fermato e a lungo ascoltato negli uffici della Questura per poi essere riaffidato ai genitori nel tardo pomeriggio.

IL CORTEO

La lunga fila di studenti si è data appuntamento intorno alle 9,30 dietro piazzale degli Eroi.

Uno striscione viola contro gli Stati Generali della Natalità e «per un'altra educazione» ha guidato la testa del corteo diretto a piazza Cavour. Invece, poco dopo, all’altezza di via Leone IV la deviazione non annunciata e il tentativo di raggiungere il convegno di Papa Francesco che si stava svolgendo in via della Conciliazione.

La testa dei manifestanti ha lanciato fioriere e vernici, gettando a terra degli scooter per sfondare il cordone della polizia. Quindi gli agenti hanno contenuto il tentativo di superare il cordone di agenti e blindati. Solo dopo diversi minuti sono riusciti a ripristinare la calma e la situazione è tornata alla normalità. Quando i feriti sono stati soccorsi dai sanitari del 118, il corteo ha ripreso la sfilata.

IL PROGRAMMA VALDITARA

«Abbiamo deviato il corteo per rispondere al convegno sulla natalità. Come se il problema fosse il diritto all’aborto o fare figli, quando il problema è che i giovani non possono permettersi di avere figli a causa del lavoro precario» hanno spiegato i ragazzi.

Quindi il corteo ha proseguito lungo viale Giulio Cesare tra fischietti e cori: «Che tremi ogni fascista, oggi Roma è transfemminista», «Ma quale Stato, ma quale Dio, sul mio corpo decido io». Mentre, ancora per protesta, gli studenti al centro del corteo hanno bruciato il programma “Educare alle relazioni” del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara” cantando in coro: «Gridiamo per tutte le donne che più non hanno voce».

Il gruppo di giovani dopo aver sfilato lungo via Cicerone ha infine raggiunto piazza Cavour dove si sono riuniti per alcuni minuti protestando con fischietti e cori: «La vostra repressione non spegnerà la nostra rabbia».

Al loro arrivo decine di agenti con i blindati della polizia hanno chiuso il perimetro della piazza per evitare che frange di studenti occupassero il Lungotevere. Con gli studenti che hanno terminato la protesta con un ultimo incontro al centro della piazza.

IL PRESIDIO

Intorno alle 14,30 il corteo si è sciolto ma una delegazione di circa cinquanta ragazzi si è diretta verso piazza Barberini e quindi verso via di San Vitale, la Questura. «Vogliamo andare dal nostro amico che è stato fermato durante la manifestazione. Vogliamo sapere cosa sta accadendo» ha spiegato una delegazione di studenti agli agenti. Hanno così concordato un secondo presidio in via Genova dove sono arrivati intorno alle 15. Hanno steso a terra il lungo striscione viola e sono rimasti in attesa fino alle 17 quando il 16enne, insieme ai genitori, è stato accompagnato fuori gli uffici della Questura dove è uscito tra gli applausi degli studenti che hanno intonato il coro: «Tutti liberi».

«Non ero andato lì con l’intenzione di fare male a nessuno – ha spiegato lo studente appena uscito dalla Questura insieme ai genitori – volevo solo manifestare in maniera pacifica contro gli Stati Generali. Abbiamo provato ad avere un dialogo poi nella confusione sono stato spinto a terra e i poliziotti sono corsi verso di me. Mi hanno trascinato e portato in Questura per accertamenti».

La lunga scia di polemiche e proteste non si arresta: per questo pomeriggio alle 14,30 è stato organizzato un altro incontro che si svolgerà a piazza Barberini. Lo slogan degli organizzatori, Zaum e Aracne, «Contro la repressione sarà lotta».

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