Truffa dello specchietto a Roma: il "segno" sulla fiancata e la richiesta di denaro. «E ora come mi paghi?», ma la donna mette in fuga il malvivente

I fatti in una piazzola sulla strada statale Cassia Bis. Il racconto della vittima: "Ho notato effettivamente una strisciata, ma era stata fatta con la cera..."

Truffa dello specchietto a Roma: il "segno" sulla fiancata e la richiesta di denaro. «E ora come mi paghi?», ma la donna mette in fuga il malvivente
di Alessia Perreca
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Venerdì 1 Settembre 2023, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 09:21

Il trucco c’è, ma ( in tanti) non lo vedono. Così abili, veloci e con una sceneggiatura già preparata a tavolino, pronta per essere messa in scena: prima il lancio delle pietre sulla macchina (in corsa oppure in doppia fila) di ignari automobilisti, dunque, il finto “urto”, poi la richiesta al malcapitato di “chiudere” la faccenda in via amichevole senza alcun supporto delle assicurazioni o dei vigili urbani. La truffa dello specchietto corre ancora lungo le strade della Capitale ( e non solo): le trappole e gli escamotage  sono quasi sempre gli stessi, ma c’è anche chi riesce a mettere in fuga i malviventi e pagare (di tasca propria) i danni realmente subiti. A finire nel mirino di un truffatore, la scorsa  settimana,una donna, in una piazzola sulla strada statale Cassia (Bis). «Ero uscita da un distributore di benzina e ho ripreso la Cassia Bis in direzione Roma quando, di colpo, poco dopo aver sorpassato un’auto, ho sentito un forte rumore», racconta Antonella ( nome di fantasia, ndr) al Messaggero. «Ho pensato ad un ramo caduto oppure una ruota scoppiata», prosegue il racconto. Ma la “sorpresa” per Antonella era dietro l’angolo. «Poco dopo un ragazzo, a bordo di un’auto bianca - che procedeva con una lentezza eccessiva dietro alla mia - ha tentato di richiamare la mia attenzione e così ho deciso di accostare e fermarmi in una piazzola. Che a pensarci bene è un posto dove nemmeno prende il cellulare».

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Il ragazzo - di nazionalità straniera - scende dalla sua macchina molto velocemente e si avvicina a quella di Antonella non senza prima aver lasciato il “segno”. «Con la coda dell’occhio - spiega Antonella - l’ho visto fare un segno sulla fiancata della mia auto».  Poi - come da copione - immediata la richiesta di risarcimento danni. «E ora come mi paghi?», avrebbe detto il truffatore alla donna. «Ho proposto di gestire la faccenda tramite l’assicurazione, ma dopo qualche lamentale ed incessanti richieste di indennizzi, il giovane è fuggito velocemente via facendo perdere le sue tracce». «Al rientro - conclude la donna - ho notato effettivamente una strisciata sulla fiancata destra, ma era stata fatta con la cera e sono riuscita a toglierla subito».

Ora resta da controllare la carrozzeria e gli ( eventuali) altri danni, a carico della vittima.

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Uno degli inganni più diffusi in Italia nel corso degli ultimi anni dopo la truffa delle monetine, delle chiavi, del telefonino e del finto nipote. Truffa sì, ma anche un vero e proprio furto che coinvolge un numero sempre più crescente di automobilisti. A cadere nella trappola, oltre alle donne e agli anziani, anche i neopatentati. I truffatori ( in qualche caso ad agire è una sola persona) dopo aver lanciato palline di plastica oppure piccoli sassi sulla fiancata della vittima prescelta, si avvicinano e simulano la rottura dello specchietto retrovisore con l’immediata richiesta di un risarcimento ( in denaro contante) senza immischiare le assicurazioni. Le forze dell’ordine consigliano sempre di dichiarare la volontà di chiamare i vigili urbani, scrivere il numero della targa e successivamente denunciare l’episodio.

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