Scaltri, pericolosi e recidivi. Ma questa volta è andata male alla banda di “latinos” specializzata nelle truffe a donne e anziani, per le strade della Capitale. Un business su cui criminali, neofiti o esperti, si buttano a capofitto o si convergono, poiché foriero di ottimi profitti e a rischio quasi zero: difficile essere stanati, generalmente lievi le conseguenze previste dal codice penale, specie rispetto alle “classiche” rapine. Eppure i “Falchi” della Squadra Mobile appostati nelle strade della città, l’altro giorno, hanno praticamente sorpreso in flagranza due cubani e un peruviano tra i 36 e i 43 anni che avevano appena derubato con la tecnica del mazzo di chiavi (ossia, mentre un complice distrae la vittima dicendole che gli sono appena cadute le chiavi a terra l’altro si infila nell’auto della malcapitata e scappa con la borsa) un’anziana in piazza Guadalupe, al Trionfale. Dall’inizio dell’anno gli agenti della Questura hanno già arrestato 36 truffatori seriali.
I Falchi erano sulle tracce della gang latinoamericana che sarebbe stata vista agire nella zona anche precedentemente. Hanno soccorso la vittima, sconvolta e in lacrime, quindi, aiutati da alcuni cittadini che avevano assistito alla scena e hanno saputo fornire una buona descrizione dei tre, si sono messi sulla loro scia. Ben sapendo come agiscono solitamente, sono corsi a verificare i bancomat più vicini, sorprendendo uno degli indagati mentre stava per tentare un prelievo con il bancomat rubato, mentre i due complici, in attesa a una certa distanza, vista la malaparata, hanno tentato vanamente di fuggire a piedi: il primo è stato “placcato” subito, l’altro, fuggito a bordo di un’auto, è stato bloccato direttamente sotto la sua abitazione. Pensava di farla franca: stava rientrando tranquillamente con le buste della spesa, come se nulla fosse. E qui, nel “covo” di Torpignattara, ecco la sorpresa: si trattava non altro che di un covo della banda, base logistica forse anche per altri gruppi con cui dividersi e suddividersi i colpi. Il sospetto di chi indaga è che i tre siano solo una parte di una banda ancora più numerosa pronta a organizzare raid in più zone di Roma, a “batterie” messe su a seconda delle necessità del momento. Non solo dedita alle truffe in strada, ma anche ai furti con destrezza.
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LE PERQUISIZIONI
Durante le perquisizioni, infatti, sono stati sequestrati circa 8 mila euro e vario materiale probabile provento di furto su cui si stanno svolgendo accertamenti specifici per stabilirne la provenienza. I tre sudamericani sono stati arrestati perché gravemente indiziati, in concorso fra loro, di furto aggravato. La Procura ha chiesto e ottenuto dal Gip la convalida della misura pre-cautelare adottato dalla polizia. Per loro è anche in corso la procedura per la verifica della loro posizione sul territorio nazionale.
Convalida dell’arresto e tre anni di foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Roma, invece, a carico di due giovai campani gravemente indiziati di avere truffato una coppia di anziani sempre in zona Montemario.
IL FALSO NIPOTE
Nei giorni scorsi, un’auto civetta, con a bordo gli investigatori del Distretto San Giovanni, ha intercettato un mini Suv con due ragazzi a bordo provenienti dalla Campania; l’esperienza ha indotto i poliziotti a seguire l’auto ma senza alcun esito.