Colarieti si stava portando ad Amatrice per raccogliere testimonianze di prima mano, quando l’auto di fronte ha frenato di colpo e non ha fatto in tempo a evitare l’impatto: la sua macchina, una Nissan Qashqai, è stata semidistrutta. Fabrizio Colarieti, corrispondente dell’Ansa da Rieti e autore di libri d’inchiesta, è rimasto illeso ma è ancora sotto choc.
IL RACCONTO
«E’ stato terribile. Era ancora buio, dovevano essere le cinque meno un quarto. La carreggiata era già stata invasa da pietre e arbusti, e chi si trovava in zona procedeva a bassa velocità. La nuova scossa, quella dell 4 e 30 circa, ha fatto tremare la montagna, sulla mia destra, in un boato spaventoso. Dopo una curva, in leggera discesa, a neanche tre chilometri da Amatrice, mi sono trovato di fronte massi enormi e una pioggia di pietre e terriccio. L’auto ha avuto seri danni, si sono bucate le gomme e ho dovuto proseguire a piedi. Ora sto aspettando il carroattrezzi».
IL DOLORE PER QUEL CHE HA VISTO
Più che dal suo incidente, però, Colarieti è rimasto sconvolto da ciò che ha visto unma volta entrato ad Amatrice: «Ho assistito a scene apocalittiche. Ho visto morti, feriti, bambini. Sospetto che, solo ad Amatrice, arriveremo a un centinaio di vittime. L’hotel Roma infatti da quel che mi dicono era pieno, il paese è sventrato, tutto il corso è venuto giù. E una persona a me vicina, un amico, Carlo Grossi, operatore del 118 - conclude il giornalista senza riuscire a trattenere le lacrime - ha subito un lutto tremendo».
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