«Boia chi molla», ora Petrangeli chiede a Sinibaldi di prendere le distanze dalle parole di Cicchetti

«Boia chi molla», ora Petrangeli chiede a Sinibaldi di prendere le distanze dalle parole di Cicchetti
di Antonio Bianco
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Martedì 10 Maggio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 02:36

RIETI - Dopo lo scivolone del «boia chi molla» del sindaco Antonio Cicchetti alla presentazione della lista di Fratelli d’Italia, l’ex sindaco Simone Petrangeli aveva tenuto un profilo basso. Ora, dopo le esternazioni di Daniele Sinibaldi («Un polverone per screditarmi», aveva detto a Il Messaggero), il candidato del centrosinistra - che nel frattempo ha incassato l’endorsement del leader nazionale del Pd Enrico Letta - ha deciso di dire la sua. 
«Il candidato sindaco della destra - attacca - non ha ancora preso le distanze da quelle parole, anzi, in una replica, ci accusa di voler cavalcare quanto avvenuto per “recuperare un elettorato moderato” che, a suo dire, avrebbe già scelto la sua coalizione». Petrangeli poi risponde alle accuse di Sinibaldi di voler strumentalizzare la frase di Cicchetti. «Noi crediamo che tantissimi reatini - sottolinea - non abbiano ancora scelto e che gli elettorati non siano proprietà di nessuno. Se qualcuno, tra i candidati consiglieri, si indignerà nel vedere il suo nome associato a certi slogan o se qualche potenziale elettore deciderà di compiere altre scelte, non sarà certo a causa di nostre presunte strumentalizzazioni: state facendo tutto da soli». 

Il commento. Duro il commento dell’ex assessore alla Cultura della giunta Petrangeli, Diego Di Paolo. «Questa storia - scrive sui social - messa in moto dal sindaco uscente della mia città va oltre l’incredibile.

Le giustificazioni addotte sono risibili. “Non è un motto fascista ma della rivolta di Reggio” oppure “è una frase del 1970 non del ventennio”. A parte i pareri discordanti e le questioni di lana caprina sulle origini, rimane il fatto accertato che sia stato usato esclusivamente in contesto neofascista negli ultimi 50 anni. E questo è innegabile».

Lo scenario. Intanto, si accende lo scontro tra Sinibaldi da un lato, il candidato sindaco Carlo Ubertini (Terzo polo) e il capolista di Rieti in salute Massimo Ruggeri dall’altro. «L’imprudente candidato dimostrava di avvedersi delle criticità del nostro assetto sanitario solo grazie alla nascita di un’apposita lista elettorale», avevano scritto i due. Ma secondo il candidato sindaco di Fratelli d’Italia, «la lista dei sanitari» soffrirebbe «di una serie di problemi». Il principale starebbe nel fatto che «non riesca, o non può, entrare nel merito delle questioni dato che i candidati sono parte in causa del sistema sanitario pubblico e quindi in forte imbarazzo a contestare apertamente l’ormai decennale gestione della sanità di Zingaretti, leader del centrosinistra regionale».

L’attuale vicesindaco ci tiene a precisare che sarebbe al lavoro per affrontare i problemi della sanità reatina: «La mobilità passiva verso altre Province e Regioni - osserva - la gestione del Covid, le attese infinite al Pronto soccorso periodicamente in prima pagina delle cronache, i concorsi bloccati tra ricorsi e contestazioni, le condizioni di alcuni reparti». Mentre «dalla lista dei sanitari e da Ubertini continua ad arrivare sempre e solo la proposta dell’istituzione di un assessorato alla Salute». Per Sinibaldi «questa unica proposta avrebbe soltanto lo scopo di chiarire i termini della trattativa tra i due poli di sinistra». E infine annuncia che a breve organizzerà un incontro pubblico sulla sanità. «A cui, se vorranno, gli esponenti del secondo polo di sinistra potranno intervenire. Ci auguriamo - conclude - però, che lo facciano con spunti di riflessione e non con minacce di querele».

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