Rieti, scuola Marconi: operazioni e spostamento dopo l’estate

Scuola Marconi
di Antonio Bianco
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 09:03

RIETI - Gli oltre 400 alunni della scuola Marconi di Rieti potrebbero essere spostati nell’edificio di via Moisè di Gaio non più durante le vacanze pasquali, come si era ipotizzato, ma al rientro a settembre e iniziare così i lavori di adeguamento sismico in estate, una volta chiusa la scuola.
È quanto apprende Il Messaggero dall’assessore regionale alla Ricostruzione, Manuela Rinaldi. «Da più parti ci è pervenuta questa esigenza - spiega l’assessore. - Ci stiamo lavorando in modo da accontentare un po’ tutti. Non sarà facile, ma crediamo di potercela fare, in modo da spostare gli studenti dopo la chiusura estiva della scuola». Sulla vicenda è intervenuta l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Claudia Chiarinelli. «Noi saremmo pronti per il trasferimento anche per Pasqua - afferma. - Siamo in attesa di avere disposizioni in merito, perché il soggetto attuatore è l’Ufficio speciale per la ricostruzione. In via Moisè di Gaio è tutto pronto, mancano solo piccoli lavoretti che verranno finiti in pochi giorni». Per il miglioramento sismico dell’istituto e relativa palestra ci sono oltre 12,8 milioni di euro. Lavori che renderanno più sicura la scuola elementare di piazza Marconi.
Il trasferimento degli alunni era stato annunciato già per le festività natalizie, ma per procedere con alcune opere in via Moisè di Gaio, i lavori sono stati rinviati a fine marzo. Una situazione che aveva condotto a polemiche polemiche politiche, con l’opposizione che aveva attaccato la giunta per il ritardo nel trasferimento degli alunni. «Se questa attività fosse stata fatta a tempo debito, non ci troveremmo ora in questa situazione di insicurezza», aveva osservato il gruppo consiliare del Pd. I dem avevano richiesto l’accesso agli atti sulla struttura che andrà a ospitare gli alunni del Marconi. Sul tema erano intervenuti i consiglieri di minoranza di “T’Immagini” e “Rieti città futura”, che avevano chiesto all’Ufficio urbanistico di emettere la certificazione che attesti l’attuale destinazione d’uso della struttura.

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