Frosinone, Grotte di Collepardo chiuse da nove mesi per il rischio crolli, la riapertura è lontana: per i lavori serve più di un milione di euro

Il sito carsico interdetto dall'agosto dell'anno scorso, si sta cercando una soluzione più economica e rapida

Grotte di Collepardo chiuse da nove mesi per il rischio crolli, la riapertura è lontana: per i lavori serve più di un milione di euro
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 21 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 18:11

Ad un certo punto si era pensato di chiuderle definitivamente, ma visto che la speranza è l’ultima a morire anche per le Grotte di Collepardo non si è abbandonata del tutto l’idea di riuscire, prima o poi, a trovare i soldi che servono per la messa in sicurezza del sito carsico. Ne servono tanti però, oltre un milione di euro, e la strada per ottenerli è ancora lunga. Le Grotte di Collepardo sono state chiuse alla vigilia di Ferragosto dell’anno scorso perché, a seguito di un sopralluogo, una relazione tecnica metteva in guardia sul rischio di caduta massi. Da allora, sono trascorsi nove mesi, il sito è inaccessibile. A gestirlo, così come la Certosa di Trisulti, il Pozzo d’Antullo e le Grotte di Pastena, è Laziocrea, la società regionale che si occupa della promozione turistica.

I TENTATIVI

Segue la vicenda anche il sindaco di Collepardo, Mauro Bussiglieri: «È stato effettuato uno studio di spesa dal quale è emerso che per mettere in sicurezza la parete rocciosa interessata dal rischio crolli occorre più di un milione di euro – spiega il primo cittadino – Un importo molto alto, tanto che all’inizio si era pensato persino a chiudere in maniera definitiva le grotte, un percorso per fortuna scongiurato.

Resta però la difficoltà a trovare quei fondi, sia noi come Comune che Laziocrea ci stiamo adoperando».

Nel frattempo c’è un piano B, anche se non è detto che possa portare ai risultati sperati. «Abbiamo contattato l’impresa che nel 1995 installò le reti metalliche per eseguire un manutenzione straordinaria. L’importo dell’intervento si aggira intorno ai 9mila euro e sarebbe effettuato in tempi più brevi, ma potrebbe non essere risolutivo per scongiurare il rischio di caduta massi».

LA NUOVA GESTIONE

Anche per la prossima estate le Grotte di Collepardo, con tutta probabilità, resteranno interdette al pubblico. Insieme al Pozzo d’Antullo, sempre a Collepardo, che è aperto, sono tra i siti carsici più importanti del centro Italia. Per la singolarità delle formazioni rocciose, simili a figure umane e animali, fu conosciuta per molto tempo come Grotta dei Bambocci, nome che fu sostituito nel 1904 con quello di Grotta Regina Margherita di Savoia in ricordo della storica visita della prima regina d'Italia. Sotto il profilo turistico, la chiusura delle Grotte di Collepardo rappresenta un danno non da poco. L'area, così come la Certosa di Trisulti, ha conosciuto una nuova vita a partire dal 2019 con il passaggio della gestione a Laziocrea. In media le Grotte di Collepardo e la cavità carsica del Pozzo d'Antullo registrano circa 14mila visitatori all'anno, il doppio rispetto al periodo precedente alla gestione targata Laziocrea. Un territorio affascinante, ma altrettanto delicato.

Sempre per motivi legati al dissesto idrogeologico sono stati chiusi al pubblico altri due siti importanti di Collepardo: il Santuario della Madonna delle Cese (di competenza del Ministero della Cultura) e l'Eremo di San Domenico (di competenza dei Carabinieri Forestali di Roma). Anche in questo la possibilità di vederli riaperti appare al momento assai remota.

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