Rieti, a San Domenico oggi la storia
verso la santità di Chiara Corbella Petrillo

Chiara Corbella
di Daniela Melone
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Giovedì 10 Ottobre 2019, 15:51
RIETI - “Ogni cosa sembrava una disgrazia, ma era una grazia”. Parla così oggi Enrico, il marito di Chiara Corbella Petrillo. Attorno a lei, Serva di Dio, c’è fama di santità, con l’associazione che porta il suo nome, pronta ad andare avanti nel cammino della causa di beatificazione, che si è aperta nel settembre 2018.
“Ciò che Dio ha preparato attraverso di lei, è qualcosa che non possiamo perdere” disse il cardinale Agostino Vallini, alla celebrazione del suo funerale. Era il 16 giugno del 2012 e la storia di questa giovane di 28 anni, suscitò da subito un innegabile interesse. 

Oggi alle 19 la chiesa di San Domenico a Rieti ospita la testimonianza della sua vita, grazie alla presenza di due cari amici, terziari francescani, Alessandro e Maide. L'evento è inserito nel programma di "Con Francesco nella Valle". 

Nata a Roma il 9 gennaio del 1984, Chiara cresce in una famiglia che le insegna, fin da piccola, ad avvicinarsi alla fede. Un temperamento tranquillo, il suo, che la porterà a conoscere nell’estate del 2002, il suo futuro marito, Enrico. Dopo sei anni di fidanzamento, tra litigi e pacificazioni, i due si sposano nel 2008. Tornati dal viaggio di nozze, Chiara scopre di essere incinta. Le ecografie mostrano però una grave malformazione. Alla bambina, cui verrà dato il nome di Maria Grazia Letizia, viene diagnosticata un’anencefalia. Chiara ed Enrico scelgono di portare avanti la gravidanza e la piccola, che nasce il 10 giugno 2009, muore dopo poco più di mezz’ora. Il funerale, qualche giorno dopo, viene vissuto con la stessa pace che ha accompagnato i mesi di attesa per la nascita e che contagia anche molti dei presenti, ai quali viene data la grazia di sperimentare un pezzo di vita eterna. Qualche mese dopo Chiara è nuovamente incinta. A questo bambino, cui verrà dato il nome di Davide Giovanni, viene però diagnosticata una grave malformazione viscerale alle pelvi con assenza degli arti inferiori. Anche lui morirà poco dopo essere nato, il 24 giugno 2010. E anche il suo funerale sarà vissuto come una festa. Francesco, il terzo figlio della coppia, è completamente sano. Una settimana dopo aver scoperto di essere incinta, Chiara si accorge però di una lesione alla lingua. È un carcinoma e la giovane sceglie di rimandare le cure per non far male al bambino che porta in grembo.

«Per la maggior parte dei medici – scrive Chiara – Francesco era solo un feto di sette mesi. E quella che doveva essere salvata ero io. Ma io non avevo nessuna intenzione di mettere a rischio la vita di Francesco per delle statistiche per niente certe che mi volevano dimostrare che dovevo far nascere mio figlio prematuro per potermi operare».

Chiara muore il 13 giugno 2012. Come i funerali dei suoi due figli, anche questa celebrazione diventa la testimonianza cristiana dell’inizio di una vita nuova, raccontata anche nel libro “Siamo vivi e non moriremo mai più”.
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