RIETI - Il 29 gennaio, l’odore della legna che arde e il profumo della pizza sono tornati a invadere i vicoli di Poggio Nativo, a infilarsi tra le fessure delle finestre delle case del borgo, e, specie per i più anziani, è stato come tornare bambini. Da quel momento, l’antico forno comunale di Poggio Nativo, con una storia di oltre mille anni, non si è più spento. Apre i battenti l’ultima domenica di ogni mese e, per le festività pasquali, grazie alla signora Monica, ha sfornato i tipici falloni, a base di uova e anice e le pizze di Pasqua, dolce immancabile sulle tavole sabine. Chi vuole lascia un contributo, ma senza obblighi, perché l’unico scopo è fare comunità. Fino a prima della pandemia, l’antico forno di via Vittorio Emanuele III veniva utilizzato in occasione della festa della pizza, organizzata dalla Pro loco, poi è arrivata la pandemia e dopo tre anni di stop, all’inizio del 2023 alcuni residenti del centro storico, hanno deciso di farne riprendere l’attività.
L'idea. L’idea è venuta a Cesare Dapiaggi - 55 anni, insegnante di yoga, che cinque anni fa ha deciso insieme alla moglie di lasciare il caos della Capitale per trasferirsi a Poggio Nativo - e a Fabio Farsarelli - 64 anni, originario di Poggio Nativo, presidente dell’Associazione Sabina cultura ambiente. - «Come ogni forno comunale, nasce a servizio della cittadinanza, quindi scrissi alla sindaca Veronica Diamilla per avere le chiavi e, da lì, abbiamo iniziato a lavorare per metterlo a disposizione della comunità.