RIETI - È stata fissata per il 23 novembre prossimo l’udienza preliminare per i 37 imputati per la maxi frode scoperta dalla Polizia Stradale di Rieti. Secondo le ricostruzioni, gli imputati avrebbero richiesto e ottenuto, oltre al risarcimento dei danni fisici e materiali derivanti da incidenti stradali in realtà mai accaduti, anche indennizzi per spese mediche per lesioni fisiche mai subite. La complessa attività di indagine, è iniziata nel 2019 dalla Squadra dl Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Rieti e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Rieti Edoardo Capizzi: ha permesso di ricostruire il modus operandi degli indagati e di contestare a nove di questi il reato di associazione a delinquere.
Grazie anche all’ausilio delle intercettazioni telefoniche è stato svelato un complesso sistema al cui vertice si troverebbe il titolare di uno studio di infortunistica stradale del capoluogo, il quale riscuoteva direttamente gli indennizzi dalla società di assicurazione. Lo stesso, dopo aver ottenuto la cessione del credito dagli interessati, procedeva alla ripartizione con i suoi collaboratori, tra cui vi erano anche titolari di alcune carrozzerie (note a Rieti e nel territorio di Santa Rufina di Cittaducale), dove venivano organizzati i falsi incidenti.
L’intraprendenza dei soggetti convolti, chiariscono le forze dell’ordine, si sarebbe spinta fino a richiedere l’ausilio delle forze dell’ordine e l’intervento di un carro attrezzi per un finto sinistro stradale con veicoli che erano già precedentemente incidentati. Nonostante gli stratagemmi architettati per rendere credibile il falso sinistro anche alle compagne assicuratrici, la frode non è sfuggita agli operatori della Polizia Stradale, che hanno immediatamente predisposti opportuni servizi di osservazione. “Al termine dell’indagine l’ammontare della frode ai danni di compagne quali Generali, Allianz, Cattolica, Axa, Italiana Assicurazioni, Unipolsai e Nobis (tutte decise a costruirsi parte civile), si aggirerebbe a 1,8 milioni di euro.