Rieti, allarme caro-energia di Federlazio: «Il freddo dell’inverno aumenterà le spese»

Nucleo industriale
di Giacomo Cavoli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 9 Settembre 2022, 00:10

RIETI - L’autunno e l’inverno sono alle porte e nello scenario che si presenta davanti agli occhi del nuovo direttore di Federlazio Rieti, Mauro Giovannelli - avvocato, esperto in diritto commerciale, nominato lo scorso aprile alla guida dell’associazione delle piccole e medie imprese - per le aziende reatine il freddo rischia di essere tanto più pungente quanto lo è il carico d’energia impiegato per produzioni importanti che sostengono decine di posti di lavoro.
Giovannelli, qual è il quadro attuale?
«Nel territorio reatino, sia le imprese energivore che le altre hanno subito gli aumenti. Nel solo mese di luglio, qualche azienda è arrivata a registrare rincari oltre i 50mila euro, rispetto ai 10mila precedenti. Si tratta di importi che mettono in seria difficoltà la possibilità e la capacità di un’impresa e di chi la guida di poter guardare al futuro: nello scenario di incertezza politica nazionale, in assenza di un’azione programmata, anche il quadro locale non può far altro che risentirne. Non dobbiamo poi dimenticare che, oltre all’effetto del gas e all’incertezza sul futuro, nel Reatino scontiamo anche il sisma e il Covid: se nel futuro l’assenza di una politica programmata dovesse protrarsi, ne risentirebbero non soltanto le aziende energivore, ma anche il relativo indotto. Le imprese reatine si sono mosse per tempo sul piano dell’efficientamento e delle fonti alternative, ma considerata sia la collocazione geografica che la durata dell’inverno, non c’è possibilità di rendere autonomi i consumi dell’energia naturale da quelli tradizionali, oltre al fatto che nessuno immaginava uno sconvolgimento energetico di tale portata. Questo è il quadro nel quale ci muoviamo».
C’è il rischio di cassa integrazione o di licenziamenti?
«Nulla può essere escluso. Al momento non abbiamo richieste di attivazione di cig, ma con l’effetto della bolletta che si somma a quello dei riscaldamenti, la situazione diventa sempre più pesante. E con il persistere dell’incertezza, in assenza di misure di tutela per le imprese, non è escluso che qualche azienda possa fare richiesta di questo genere di strumenti».
Quali misure di sostegno chiede Federlazio Rieti?
«Sicuramente calmierare il prezzo a livello europeo e incentivi per muoversi in vista dell’incremento delle energie alternative: molti ce ne sono già stati e si potrebbe percorrere nuovamente quella strada, favorendo la transizione verso il green. È necessaria l’adozione di una politica energetica a 360 gradi: serve riprendere in mano l’efficientamento perché, ad esempio, molte imprese che operano su Rieti, lavorano in vecchie strutture e per questo gli incentivi vanno migliorati e resi più a portata di mano delle aziende, perché è sbagliata anche la simmetria nella quale, se un’azienda non è energivora, allora non consuma. Un altro ostacolo è il doppio parametro insito all’interno dell’ultimo decreto a favore delle aziende energivore: il primo è quello relativo al consumo della fonte, il secondo quello dell’assenza, a volte, del codice Ateco, che paradossalmente causa il mancato accesso delle aziende ai benefici del decreto».
Spesso le richieste avanzate dalle singole associazioni di categoria, come Ascom, Cna e Federlazio - per citare le maggiori - finiscono per somigliarsi tra loro, se non addirittura per essere speculari. C’è possibilità che le associazioni cooperino al fine di ridurre la ridondanza informativa?
«È difficile pensare ad un’unione nelle richieste, perché ogni associazione ha parametri diversi per l’affiliazione delle aziende, ma non lo escludo. Noi, ad esempio, chiediamo misure più importanti, perché il consumo energetico delle nostre aziende è continuo, spesso anche durante le produzioni notturne».

© RIPRODUZIONE RISERVATA