RIETI - Dallo shock iniziale ai primi aumenti di prezzo e ai tentativi di risparmio o fino addirittura, come raccontato da Il Messaggero, alla decisione del ristorante “Rino” di piazza Marconi, a Rieti, di abbassare definitivamente la serranda. Il cammino delle imprese reatine colpite dal caro-energia si è trasformato in una corsa verso ogni possibile spiraglio di salvezza: tra chi punta sulle energie rinnovabili e chi, invece, pensa al taglio delle ore di lavoro per scongiurare il rischio di licenziamenti.
La decisione. A Borgo Velino, la storica azienda “L’infisso”, attiva dal 1980 e specializzata, appunto, nella realizzazione di infissi, ha giocato d’anticipo - e in parte anche involontariamente - su progetti che consentano di risparmiare i costi dell’energia in bolletta.
La scelta. Chi, invece, negli anni ha costruito un piccolo impero che si tramanda di generazione in generazione, come la famiglia Cocco, ora si trova costretto a fare di tutto per scongiurare il rischio di licenziamenti, che si tradurrebbero anche in minor personale a disposizione: «Se continua così, prima di essere costretto a licenziare, dovrò senz’altro provare a ridurre l’orario di lavoro del personale - osserva Simone Cocco, che con il suo laboratorio di pasticceria “Sweet Lab” garantisce occupazione a quindici persone e rifornisce di prelibatezze molti ristoranti e bar reatini. - Soltanto per il laboratorio, sono passato dai 1.400-1.700 euro di luglio 2021 ai 5.800 di quest’anno: con queste bollette è inevitabile pensare di dover operare delle scelte. Senza contare l’aumento delle materie prime che, a cascata, si ripercuote sulle attività che acquistano i nostri prodotti e, infine, sul cliente finale». Di dolce, ormai, c’è rimasto molto poco.