Rieti, Daniele Sinibaldi “l'elegante” che piace ai bambini

Daniele Sinibaldi (foto Meloccaro)
di Sabrina Vecchi
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Mercoledì 8 Giugno 2022, 00:10

RIETI - Una manciata di minuti di ritardo, decisamente giustificati, per l’arrivo di Daniele Sinibaldi all’appuntamento al bar. Il candidato sindaco, giacca blu e camicia bianca, racconta i complicati “incastri” di questi giorni, tra gli impegni elettorali e quelli familiari. «Stavo prendendo accordi con la baby sitter», dice scusandosi Sinibaldi, da soli otto mesi papà di Manfredi Valerio. Trentasei anni, ristoratore con una passione pluriennale per la politica, il candidato sindaco ordina spremuta d’arancia e un piccolo cornetto alla crema. Niente caffè neppure per lui: «Non lo bevo quasi mai».

Una campagna elettorale particolarmente lunga per Sinibaldi, iniziata ben prima degli altri: «Sono più stanco psicologicamente che fisicamente - spiega - perché di certo ti fiacca di più rispondere ai veleni e alle frecciate che girare di qua e di là.

Prima si torna a un po’ di ristoro e meglio è».

Nipote di profughi istriani, un fratello e una sorella che vivono all’estero, papà funzionario della Provincia di Rieti ormai in pensione e mamma insegnante, Sinibaldi si definisce una persona di grande autonomia nelle scelte importanti della vita. 
«In famiglia non sono rimasti affatto stupiti della candidatura. Certo, questo impegno non mi consente di essere presente come vorrei, ma tutti hanno compreso l’importanza di questa scelta, prima fra tutti la mia compagna Marta, che mi supporta e comprende da tanti anni». La promessa fatta all’elettorato da mantenere come prima cosa, per Sinibaldi, sarà quella volta all’impegno totale per il rilancio del monte Terminillo, «e nel caso diventassi sindaco, con indosso la fascia tricolore mi piacerebbe inaugurare i nuovi corsi dell’Università di Rieti». Comunque vada, dopo le elezioni di domenica prossima Daniele Sinibaldi si propone di trascorrere almeno una giornata intera per godersi il suo bambino. Poi, qualche giorno di mare sull’Adriatico. 

Tra i momenti più belli di questa intensa campagna elettorale, la scelta fra due.
«Ricorderò con emozione il lancio della mia candidatura a Palazzo Sanizi, ma anche la serata trascorsa nel quartiere Villa Reatina qualche giorno fa, una partecipazione di persone davvero notevole, che non mi aspettavo». Da annoverare in negativo invece, gli attacchi ricevuti sul piano personale: «Mi fa male quando il dibattito entra nel privato, credo che il piano debba rimanere politico, quando si sposta su altri fronti che non c’entrano lo trovo offensivo». Milanista orgoglioso del recente scudetto e goloso di piatti a base di tartufo, Sinibaldi ha frequentato il liceo scientifico reatino Carlo Jucci, poi la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, senza terminare gli studi, «ma pago ancora le tasse, non si sa mai».

Le passioni. Appassionato di lettura - ultimo libro “Lobby & logge” di Sallusti/Palamara - ma anche di montagna, calcetto e tennis, Sinibaldi è cresciuto a Vazia ma abita in zona Città Giardino. 
 

Un difetto e un pregio da attribuire a sé stesso? 
«Sono puntiglioso e simpatico, me lo dicono anche i bambini quando mi fermano per strada perché mi hanno visto sui manifesti. Le loro frasi di apprezzamento sono tra le cose più carine che mi rimarranno di questo periodo». Tra i ricordi più belli della vita privata invece, quelli legati agli amici di sempre che garantiscono tifo e sostegno, e un memorabile concerto rock visto a Londra qualche anno fa.

Lo avreste mai detto, che dietro le impeccabili giacche di Sinibaldi si nasconda un grande appassionato di musica punk e metal? 
«Di base sono uno che vestirebbe sempre sportivo. Ma se fai il vicesindaco una giacca e una camicia ritengo siano una tenuta doverosa e rispettosa del ruolo che si riveste». 
 

Festeggiamenti - eventuali - in corso di pianificazione? 
«A parte un po’ di tempo che dedicherò al privato, certamente nel caso di vittoria ci sarà una grande serata con tutti coloro che hanno creduto in questa sfida». Dei due avversari in lizza per il ruolo più importante di palazzo comunale, il candidato ammette di apprezzare la tenacia di Simone Petrangeli e l’originalità di Carlo Ubertini. 
 

E qual è un esempio da perseguire per Daniele Sinibaldi?
«Forse, Paolo Borsellino, lo avrei voluto conoscere. Ho letto molto su di lui, sono sempre colpito non solo dal suo operato, ma anche dal suo grande carisma». Ma il pensiero corre anche al ricordo di nonno Arturo, attraverso una bicicletta vintage color crema rimessa in sesto con grande minuzia: «La sua bici l’ho risistemata da solo e le ho dato pure un nome, si chiama Nostalgia Canaglia, in memoria dei bei momenti familiari trascorsi insieme a lui. Non per la canzone di Al Bano e Romina». E sennò che rockettaro sarebbe.

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