Annalisa Muzio: «La mia sfida per Latina: voglio ridare alla città l'identità perduta»

Annalisa Muzio
di Monica Forlivesi
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Mercoledì 29 Settembre 2021, 05:04 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 14:34

Un vestito a fiori su un viso scolpito, lo sguardo determinato di chi ne ha passate tante. Annalisa Muzio ha 45 anni, è sposata, ha due figli, Giulia di 13 anni e Leonardo di 15, avvocato, uno studio nel cuore della città, all'ombra della torre del Comune e alle spalle una famiglia solida. È candidata sindaco sostenuta dal suo movimento Fare Latina, fondato nei mesi scorsi, e del Partito liberale europeo.


Verrebbe da chiedere: ma chi glielo ha fatto fare? «L'amore per questa città, io sono profondamente di Latina, ho viaggiato tanto, ma per me questo è il posto più bello del mondo. E poi l'amore per i miei figli».
Ma hai suoi figli sta sottraendo molto tempo. «Sì, ma penso a loro, vorrei che restassero in questa città, che non se ne andassero, e penso a tutti gli altri figli di questa città, per questo dobbiamo renderla semplicemente pulita, con dei servizi che funzionano e con delle opportunità per i nostri ragazzi».


Lei è di centrodestra ma non è nella coalizione, perché? «Perché non ho nulla a che vedere con la coalizione che vuole portare a una restaurazione, che ha fallito e vuole tornare, sempre gli stessi, senza idee né sogni, abbiamo il dovere prima che politico morale di dare un'alternativa alla città. Noi siamo l'alternativa: un nuovo polo liberale, moderato che guarda al rinnovamento e che vuole dare una svolta definitiva alla città».
E' la sua prima esperienza politica? «È la mia prima candidatura ma sono sempre stata dietro le quinte. Politicamente devo tutto a mio zio Raffaele Muzio, ho respirato politica con lui fin da bambina. Poi l'impegno ai tempi del liceo e dopo con Alleanza nazionale, lavoravo allo studio dei programmi, dietro le quinte».
Come ha vissuto i momenti di tensione che hanno caratterizzato la sua campagna elettorale, a partire dall'aggressione a un candidato consigliere davanti al suo point elettorale? «Ho avuto e ho le forze dell'ordine e il Prefetto, che ringrazio ancora, al mio fianco.

Sono serena e fiduciosa nel lavoro degli organi preposti e sono convinta che la maggior parte dei cittadini di Latina abbia scelto e sceglierà la legalità».


Il suoi obiettivi principali come sindaco? «Fare l'ordinario, perché manca anche questo: pulizia, raccolta rifiuti, cura del verde, strade percorribili. E poi dare un'identità alla comunità pontina, dopo Corona e Finestra nessuno ha lavorato per mantenere unito il tessuto cittadino, hanno regnato le divisioni clientelari, ci hanno fatto perdere l'identità, abbiamo bisogno di qualcuno che da Roma ci dica chi si deve candidare, dobbiamo piegarci ad essere un luogo di passaggio per poi approdare a poltrone più alte, abbiamo bisogno di un sindaco e dei consiglieri che vogliono stare qui, lavorare esclusivamente per Latina».


Dove pensa di arrivare realisticamente lunedì? Riflette qualche secondo: «Non sarà facile, ma penso al ballottaggio con Coletta». È il suo ballottaggio ideale? «Quello ideale è con Zaccheo».
Torniamo al futuro della città. «Dobbiamo cambiare marcia, essere visionari e saper tradurre i sogni in realtà. Latina deve decidere cosa vuole essere, per me è una città turistica, a questo deve lavorare l'amministrazione ma procedendo fianco a fianco con gli imprenditori, servono consulte permanenti che lavorino con ogni assessorato, è il modo giusto per rinnovare, per rispondere ai bisogni, ma anche per avere il controllo delle situazioni, per essere sicuri che si lavora per il bene di tutti e non per gli interessi di qualcuno. Dobbiamo essere forti, decisi e coraggiosi. Non possiamo permettere a chi ha fallito di tornare».

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