RIETI - Sit-in della Uil, nel pomeriggio di ieri, sotto l’ufficio del sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti. Sugli striscioni portati in piazza, due domande indirizzate al primo cittadino: «Asm Rieti: le farmacie le avete vendute, dei servizi di trasporto pubblico locale e igiene ambientale che ne farete?». E poi ancora: «Asm Rieti: solo promesse, quali le prossime mosse?». Il sindacato è preoccupato per il futuro della municipalizzata. «Il sindaco ha sempre promesso l’affidamento diretto (in house) dei servizi all’Asm - fa sapere la Uil - ma a fine anno e soprattutto in prossimità della scadenza del suo mandato, alle parole non seguono ancora fatti concreti. Sì, perché come promesso, entro il 15 ottobre, avremmo dovuto assistere ad un consiglio comunale sull’argomento, invece non ci risulta che sia neanche stato convocato, così come la commissione propedeutica al consiglio stesso».
Le preoccupazioni
La Uil è preoccupata anche per alcune voci («ad oggi non smentite») che vorrebbero un’esternalizzazione dei servizi rimasti in capo alla Asm. «Ipotesi quest’ultima - sottolineano dal sindacato - non solo disastrosa per il futuro dei lavoratori, ma anche per il territorio reatino, con i servizi di igiene urbana e relativa impiantistica in mano privata».
Il documento
Il sindacato, infine, ritorna sul protocollo d’intesa pubblicato in esclusiva dal Messaggero. Il documento redatto «a sei mani» da Cgil, Cisl e Uil era stato inviato a Cicchetti e il presidente della Asm, Vincenzo Regnini, per sancire in modo definitivo un accordo sulla ripubblicizzazione di Asm. «Un protocollo che non è stato sottoscritto dal sindaco e dal presidente di Asm - sottolinea la Uil - eppure nell’ultimo incontro, con nonchalance, ne avevano garantito la sottoscrizione». E ai dipendenti in presidio arriva la solidarietà del gruppo consiliare del Pd. «Il futuro dei lavoratori Asm - scrivono in una nota i dem - appare sempre più incerto e precario. Avevamo previsto tutto e lo abbiamo detto e scritto in tutte le fasi e le sedi che hanno preceduto la vendita dei gioielli di famiglia e, più precisamente, le tre farmacie comunali. L’obiettivo della maggioranza che governa la città era di fare cassa, liquidare il socio privato Azimut ed avviare la ripubblicizzazione della società, ma tutto ciò si sta rivelando impraticabile».