«Il nuovo ospedale di Rieti sarà realizzato. E finiremo quello di Amatrice». Intervista al manager della Asl, Mauro Maccari

Mauro Maccari
di Antonio Bianco
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Domenica 24 Settembre 2023, 00:10

RIETI - Il commissario straordinario Mauro Maccari ci riceve nel suo ufficio, al secondo piano della direzione dell’Asl di via Terminillo. Sulla scrivania c’è, in bella vista, lo studio di fattibilità del nuovo ospedale de Lellis. Con lui ci sono il direttore sanitario Angelo Barbato, la direttrice amministrativa Anna Petti, e il responsabile dell’ufficio tecnico dell’azienda sanitaria, l’ingegnere Antonino Germolè. 

«Una cosa la debbo dire per correttezza - esordisce Maccari dopo le polemiche di questi giorni -.

Quando mi chiamò il presidente Francesco Rocca, per conferirmi l’incarico di commissario, mi sottolineò due aspetti importanti per questo territorio: il nuovo ospedale di Rieti e quello di Amatrice. Tanto che la direzione generale della Regione mi consegnò lo studio di fattibilità del nuovo nosocomio. Con questo voglio dire che il presidente Rocca non è in seconda fila su questo aspetto dell’ospedale». 

Può spiegare ai nostri lettori a che punto è l’iter per la costruzione del nuovo de Lellis. In città c’è molta attesa per questa struttura sanitaria ma anche tanti dubbi he possa essere realizzata. 

«Innanzitutto, voglio precisare che a me interessa porre la discussione su un piano essenzialmente tecnico, più che politico. C’è un grosso investimento per l’edilizia sanitaria che riguarda non solo la nostra città, ma diverse regioni italiane. È un investimento che nasce con il Decreto della presidenza del consiglio dei ministri del 2021 e vede 4 miliardi per la realizzazione di oltre 70 strutture in tutta Italia. Ripeto: è una partita che non riguarda solo Rieti. Per questo la realizzazione del nuovo de Lellis è abbastanza complessa, perché vede la costruzione del nostro ospedale con risorse messe a disposizione da Inail, che lo darà in affitto all’Asl, e dove la Regione dovrà sostenere i costi più tutti gli interessi. In quest’ultimo anno però proprio gli interessi sono aumentati notevolmente. E Inail, rispetto al 2,5 per cento che aveva preventivato, ha chiesto un adeguamento dei tassi. Per cui sono in corso degli incontri per arrivare a un punto di caduta tra gli interessi legittimi di Inail, che è un istituto assicurativo, e la sostenibilità del sistema dei servizi regionali. Siamo in attesa che venga trovato questo equilibrio tra le due esigenze». 

Una volta sbloccata la vicenda dei tassi d’interesse, come si procederà? 

«La prima cosa che vogliamo fare è quella di istituire un gruppo di lavoro interno in cui, oltre ai nostri direttori, amministrativo e sanitario, e ovviamente all’ufficio tecnico, ci saranno anche dei professionisti di un certo spessore. Perché uno degli aspetti, che secondo me bisogna sottolineare, è che in questo iter ci dovranno essere anche coloro che lavorano in ospedale. Bisogna, insomma, tenere presente anche le esigenze dei primari che sono all’interno di questa struttura». 

Questo studio di fattibilità resterà comunque un punto di partenza, oppure no? 

«Lo studio di fattibilità non realizza tutti gli aspetti specifici della struttura. È una panoramica di quello che sarà il futuro ospedale. Dobbiamo cercare di realizzare con gli stessi soldi una cosa più funzionale a noi. Tuttavia, non sarà molto diversa dalle scelte tecniche fatte finora, perché il numero dei posti è stato calcolato bene, sulla base delle esigenze epidemiologiche. E la grandezza sarà la stessa. Ora se il reparto di medicina sarà attaccato alla pneumologia nello studio non c’è scritto. Per questo, dico che bisogna coinvolgere anche i professionisti interni. Il nostro obiettivo è portare avanti il percorso che è stato fatto fino a questo punto e razionalizzare il tutto». 

Quanto costerà tutta la progettazione del nuovo nosocomio? 

«Lo studio di fattibilità è stato fatto grazie a un finanziamento della Regione Lazio, che però dà una prima idea di quello che è praticamente la realizzazione dell’opera. Parliamo di uno studio che ha avuto un costo contenuto di circa 90 mila euro. E devo dire che ci valgono tutti. Ma ora bisogna considerare che una volta che si inizierà con il progetto definitivo, e poi con quello esecutivo, tutta la progettazione assorbirà circa 6-7 per cento dell’opera. Se si tiene presente che la struttura costerà 200 milioni di euro, parliamo di una progettualità che costerà circa 14-15 milioni. Con lo studio di fattibilità abbiamo fatto dei primi passi, ma è poca cosa rispetto a quello che poi praticamente si dovrà mettere in piedi da qui in avanti».

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