«Il nostro paese delle fiabe è a Rieti», parola della nipote dei grandi fratelli Grimm

Maria Agnes Fleming
di Sabrina Vecchi
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Sabato 16 Settembre 2023, 00:10

RIETI - «Il posto delle fiabe? Per noi è Rieti». Maria Agnes Fleming racconta di vicissitudini che non basterebbe un’enciclopedia, vissute insieme alla sua famiglia e alla madre Helga Margarete Grimm, scomparsa qualche giorno fa e ultima erede dei due celebri scrittori. Eppure in città pochi sapevano, ed era la stessa Helga, scherzosa e gioviale, a glissarci su: «Se le chiedevano lumi su quel cognome da favola rimaneva sul vago - dice la figlia - si faceva chiamare con quello da sposata, Scianna, era molto schiva, non amava vantarsi di nulla». 

L'albero genealogico. Helga era la discendente di Jacob Ludwig Karl Grimm e Wilhelm Karl Grimm, linguisti e filologi tedeschi, autori del dizionario della germanistica ma noti a tutte le generazioni soprattutto per la loro rilettura delle “Fiabe del focolare”. Ovvero quelle che conosciamo tutti, da Biancaneve alla Bella Addormentata, da Hänsel e Gretel a Cappuccetto Rosso. «Me le leggeva la sera mio nonno materno, Hans Grimm - racconta Maria Agnes - da piccola non sapevo certo di far parte della famiglia degli autori, l’ho saputo dopo, ne sono stata orgogliosa ma non lo dicevo in giro, non è nostro costume».

La signora Helga, il marito Guglielmo e i figli Maria Agnes e altri due fratelli maschi sono profughi della Libia, arrivarono in Italia nel 1970: «Conoscevamo poco, ci suggerirono di trovare casa in zona Magliana, ma ci siamo stati solo pochi mesi. Il mio patrigno Guglielmo trovò lavoro a Rieti in una ditta di polistirolo, la Color. All’inizio faceva avanti indietro, poi si mise in proprio e lasciammo Roma, ci trasferimmo tutti a Vazia: da qui non ce ne siamo più andati». L’impatto con la tranquillità della nostra città è un colpo di bacchetta magica: «Ci piaceva il posto, il verde, la quiete. Ce ne siamo innamorati subito, Rieti è bella, inutile a dirsi». 

Le fiabe. Oggi Maria Agnes ha 67 anni, vive qui con i due figli Daniele e Margaret e bada ai due nipoti di 14 e 8 anni: «Le fiabe? Inevitabile raccontarle anche a loro, sono le storie su cui abbiamo sognato tutti, soprattutto le bambine. Le amiche me lo dicono sempre: Ti rendi conto? Sei la nipote di chi ha inventato Biancaneve, mica una come gli altri! Io ci rido su, però Biancaneve in effetti mi sta simpatica». Mamma Helga invece, ricordava forse un altro personaggio: «Ha avuto una vita difficile e rocambolesca che neppure quelle dei personaggi dei libri.

Ma qui le sue giornate erano semplici, stava in casa, cucinava tedesco per gli amici, ricordava più la Bella Addormentata». A Rieti aveva trovato il bosco fatato e in Sicilia il principe azzurro che l’aveva salvata, ma Helga Grimm aveva incontrato anche tanti orchi e streghe. 

I manoscritti autografi. E i manoscritti autografi degli “zii della fiabe”, materiale che oggi varrebbe forzieri di tesori, sono andati persi: «C’era decisamente altro a cui pensare - racconta Maria Agnes - la maggior parte delle cose rimasero a Berlino Est durante il passaggio ad Ovest, poi ci fu il trasferimento in Irlanda e tutto il resto rimase lì. Sotto le bombe i libri di certo non erano la cosa fondamentale». In tutto questo e molto altro, Helga non è stata né una fatina né una principessa svampita: piuttosto una donna solida e risoluta, che ha portato via i figli da una situazione di sicura infelicità, ha visto scene cruente che neppure quelle di Barbablù, è stata relegata in una soffitta come Cenerentola ed ha girato il mondo talmente tanto che gli stivali delle sette leghe avrebbero consumato la suola. Ma è stata anche una donna dotata di grande talento, al punto che - giusto per aggiungere un altro capitolo - fu lei ad ideare il marchio di Interflora, perché i fiori, in una fiaba che si rispetti, proprio non possono mancare. 

La “parentela” con lo James Bond. «Siamo contenti di tanta attenzione, per noi è stato sempre un cognome come un altro. Pensi che io mi chiamo Fleming, da quanto so ci sono tantissime probabilità che io sia parente di Ian Fleming, lo scrittore britannico che inventò l’agente segreto 007, ma non ho mai approfondito la cosa, mio padre non lo vedo da quando avevo cinque anni. In questi giorni sto a Vazia e mi prendo cura di Guglielmo che ha ormai 92 anni, va bene così». 

Biancaneve e i sette anni. Dopo tanti colpi di scena, ora si sta nel calore di famiglia e amici, coi nipotini che tornano a scuola ricordando il sorriso di nonna Helga. «Le statue di Biancaneve e i sette nani le abbiamo avute in giardino, poi le abbiamo tolte, si erano scolorite», dice Maria Agnes con un sorriso. 

Insomma, in questo angolo di pace e umiltà alle pendici del Terminillo, anche venisse James Bond in persona a reclamare “la parentela” nessuno se lo filerebbe più di tanto. Anzi, di sicuro finirebbe in cantina ad agitare il suo Vodka Martini con Pisolo e Mammolo.

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