IL PERCORSO
Prima il suo negozio era al centro, accanto alla macelleria. Aveva aperto l’attività ad aprile 2016, pochi mesi dopo ha perso tutto. «Non ho potuto recuperare nulla - dice Arianna - è crollato tutto, negli appartamenti superiori sono morte delle persone. Al momento delle scosse io dormivo nella mia casa al centro di Amatrice, proprio dietro la torre. La parete della camera mi è crollata addosso, l’armadio mi ha riparato, la casa ha retto e ci siamo salvati. Abbiamo invece perso parenti e vicini di casa».
TANTE COSE RIMASTE SOTTO LE MACERIE
Merce, arredamento, documenti: tutto è ancora sotto le macerie. E questo ha reso l’iter della nuova riapertura ancora più complicato. Non è arrivato, ad esempio, il rimborso previsto dalla Regione, perché non è stato possibile presentare i registri dei corrispettivi che testimoniano le vendite. «Non ci spetta nulla - racconta desolata. - Quando ritroveremo i documenti, forse ci rimborseranno le fatture che abbiamo presentato». Avevamo aperto da pochi mesi - continua Arianna - al momento del terremoto il bilancio non c’era. Non abbiamo potuto far nulla, fin quando il Comune di Amatrice ha dato soldi per il mobilio. Per la merce abbiamo dovuto anticipare noi». Il negozio vende abbigliamento per donna e bambini. Preziosa la collaborazione della mamma Paola.
«Il mio grazie - dice Arianna - va a coloro che ci hanno aiutato, alla Regione per aver creato i centri commerciali, al Comune di Amatrice per il contributo all’acquisto del mobilio, alla Filodrammatica e alla Pro loco di Castel Condino (Trento), che con una donazione ci hanno aiutato a comprare parte della merce, alla Cooperativa Demethra di Rieti che ci ha donato 4 busti sartoriali».
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