Meloni e Marina Berlusconi, l’abbraccio e il patto: «Silvio sarà fiero di noi». L’asse con la primogenita

Il premier: l’obiettivo comune è rendere l’Italia fiera

Meloni e Marina Berlusconi, l’abbraccio e il patto: ««Sarà fiero di noi». L’asse con la primogenita
di Claudia Guasco
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Giovedì 15 Giugno 2023, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 08:50

Al passaggio del feretro di Silvio Berlusconi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chinato il capo in segno di rispetto. Un atto di correttezza istituzionale al quale è seguito poco dopo sul sagrato un gesto più intimo, il saluto alla famiglia. Per l’addio all’ex premier il Duomo di Milano ha accolto ieri le più alte cariche dello Stato, la politica italiana di maggioranza e opposizione, capi di governo e delegazioni internazionali, i colleghi e gli amici di sempre. Quattro volte presidente del Consiglio, inventore di Milano 2 e delle televisioni private, presidente del Milan, una vita lunga e intensa spesa fino all’ultimo che ha lasciato un segno indelebile.

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«UN COMBATTENTE»

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come da protocollo, esce dal Duomo dopo il capo dello Stato e anche per lei, appena terminata la cerimonia, è il momento dell’affetto.

Abbraccia la compagna dell’ex premier, Marta Fascina, abbraccia e bacia i cinque fratelli Berlusconi. Ma, in particolar modo, Marina. Quasi a suggellare quello che tutti vedono come un asse tra le due. Più che un patto di non belligeranza, ma una vera intesa politica. FdI non “aggredirà” Fi con Opa ostili (su elettori o eletti) e Forza Italia continuerà nel solco moderato di Berlusconi, con la “regia” di Marina dietro le spalle. «Grazie Silvio. Non ti dimenticheremo», è l’omaggio di Giorgia sui social. «Ti renderemo orgoglioso», promette a commento del video nel quale ripercorre alcuni momenti della vita del Cavaliere, dal discorso della sua discesa in campo fino all’ultima immagine del grande tricolore sventolato in una manifestazione di FdI. «Abbiamo iniziato questo cammino molti anni fa. Abbiamo percorso strade diverse. Ma l’obiettivo era, è e rimarrà comune. Rendere l’Italia fiera e capace di stupire il mondo», afferma Giorgia Meloni.

«Combattente, coraggioso, determinato - è la sua dedica - Uno dei più grandi imprenditori che l’Italia abbia avuto, capace di innovare e costruire nuove strade». Il presidente del Consiglio definisce Berlusconi «sempre pronto a difendere l’interesse nazionale. Ha governato con l’orgoglio, la visione e l’autorevolezza che una nazione come la nostra merita e richiede. Ha reso l’Italia centrale nello scenario internazionale. E ha scritto pagine significative della nostra storia». Un messaggio ai naviganti. Come quello lanciato da Donzelli (FdI). «Se Vivendi facesse un’azione ostile verso Mediaset? Il governo sarebbe pronto ad usare la golden power». In difesa di Mediaset, chiaramente. Anche Salvini ha parole dolci verso Berlusconi: «Quanta gente, quanto affetto, quante lacrime e sorrisi per te Silvio. E un impegno: non mollare, non arrendersi mai», il suo pensiero. «Hai fatto la storia - sottolinea - Manchi già a me e a milioni di italiani che ti hanno voluto bene, mancherai perfino ai pochi sciagurati che per anni hanno vissuto alla tua ombra, insultando e odiando, perfino in una giornata come questa. Come ci hai insegnato tu, la miglior risposta sono e saranno il sorriso e il lavoro per la nostra Italia». Per l’ultimo saluto a Berlusconi sono arrivati a Milano anche i capi di Stato di tre Paesi esteri: l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, il presidente iracheno Abdul Latif Rashid ed entrambi i capitani reggenti della Repubblica di San Marino, Alessandro Scarano e Adele Tonnini, seduti in prima fila insieme a Sergio Mattarella. In seconda fila, tra i rappresentanti di governi esteri, il primo ministro albanese Edi Rama e il premier ungherese Viktor Orban, che ricorda il Cavaliere con un tweet: «L’addio definitivo a Silvio Berlusconi. Era un grande statista e un vero amico. La nostra vita è più vuota senza di te. Dio ti benedica». Dall’Europa partecipa alle esequie il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber, mentre su richiesta della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen - impegnata in una missione in America Latina - a rappresentare l’esecutivo Ue è il commissario per l’Economia Paolo Gentiloni. Il resto del mondo ha inviato ministri, diplomatici e alti rappresentanti, per il leader turco Recep Tayyip Erdogan, particolarmente legato a Berlusconi, c’è il ministro degli Esteri Hakan Fidan, di recente nomina, insieme ad Omer Celik, portavoce del partito del presidente Akp. Per Croazia, Tunisia, Malta e Kosovo partecipano i capi delle rispettive diplomazie, presenti inoltre i rappresentanti dei governi di Armenia, Paesi Bassi, Serbia, un inviato dal Giappone, ambasciatori e incaricati d’affari.

IL RICORDO

L’ultimo atto dell’esistenza di Silvio Berlusconi è la sintesi e la rappresentazione di tutta la sua vita. L’omaggio al politico con i funerali di Stato e il commiato all’imprenditore delle tv trasmesso a reti unificate, ma anche un momento molto personale con tutta la famiglia e gli amici di sempre. Arrivano Marcello Dell’Utri, Adriano Galliani, Gianni Letta e Fedele Confalonieri, il medico Alberto Zangrillo che da primario di rianimazione al San Raffaele lo ha assistito fino a lunedì scorso. E ancora i vertici di Fininvest, Mediaset, Publitalia, volti noti dello spettacolo come Gerry Scotti, Alba Parietti, Barbara D’Urso, Iva Zanicchi e anche Lele Mora. Dall’altro lato della navata, le istituzioni. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana: «Oggi è stato commovente. Berlusconi lascia un segno indelebile anche per chi l’ha criticato per tanti anni. La mia generazione è nata con le sue televisioni. Non è solo la politica, pure importantissima, ma è stato un uomo decisivo nella società italiana». Il presidente della Camera Ignazio La Russa: «Ho visto una improbabile polemica sul lutto nazionale, davvero eccessiva se non addirittura sbagliata».

E poi la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, il presidente della Lombardia Attilio Fontana e il sindaco Giuseppe Sala, gli ex premier Mario Monti e Mario Draghi, con gli occhi lucidi, Matteo Renzi, un nutrito drappello di governatori di Regione. Per il Pd c’è Elly Schlein, con lei Piero Fassino, Francesco Boccia e la capogruppo alla Camera Chiara Braga, nel transetto il fondatore della Lega Nord Umberto Bossi, accompagnato dal figlio Renzo. La cerimonia avrebbe dovuto chiudersi con le parole della famiglia affidate a Marina Berlusconi, un addio intimo e affettuoso, un ringraziamento a chi gli ha voluto bene. Ma la tradizione del Duomo non lo prevede e così, alla fine, il conforto del ricordo è stato sostituito da quello degli abbracci sul sagrato. E dall’omaggio della folla vicino fino all’ultimo al «presidente del popolo».

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