Mario Delpini, l'arcivescovo che celebrerà i funerali di Berlusconi e che Papa Francesco non vuole fare cardinale

Molto vicino a Comunione e Liberazione

Mario Delpini, l'arcivescovo che celebrerà i funerali di Berlusconi e che Papa Francesco non vuole fare cardinale
di Franca Giansoldati
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Lunedì 12 Giugno 2023, 16:14 - Ultimo aggiornamento: 17:02

Città del Vaticano - I funerali di Stato di Silvio Berlusconi nel Duomo di Milano saranno celebrati da Mario Delpini, l'arcivescovo lombardo che dal 2017 è alla guida della diocesi più grande del mondo succedendo al cardinale Angelo ScolaNato a Gallarate il 29 luglio 1951, già vicario generale nella diocesi milanese ai tempi di Scola, fu ordinato prete nel 1975. Ha insegnato in seminario, ha fatto studi successivi in scienze teologiche e patristiche e nel 2006 è diventato vicario episcopale di Melegnano. L’anno successivo Benedetto XVI lo ha nominato vescovo ausiliare di Milano ricevendo l’ordinazione dalle mani del cardinale Tettamanzi. 

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Considerato molto vicino a Comunione e Liberazione Delpini è un prelato che da tempo è al centro di un piccolo giallo. Per la posizione ecclesiale che ricopre, infatti, dovrebbe essere già cardinale ma finora, per esplicita volontà di Papa Francesco, è sempre stato volutamente escluso dai concistori anche se Milano rientrerebbe tra le sedi cardinalizie. I motivi di questa vistosa omissione non sono mai stati resi noti dal Vaticano anche se sembra facciano riferimento ad una brutta vicenda relativa all'insabbiamento di un presunto caso di abuso sessuale su un minore da parte di un parroco di Rozzano, nella cintura milanese. Dalle intercettazioni effettuate in Italia ed emerse durante il processo celebrato a Milano, Delpini (che all'epoca dei fatti era vicario generale della diocesi) sebbene informato dei fatti, avrebbe proceduto a spostare in un' altra parrocchia il religioso in questione, il quale venne condannato poi in primo e secondo grado a 5 anni e mezzo. La Cassazione a gennaio di quest'anno ha però annullato la condanna per «il tardivo disvelamento» della violenza raccontata dal ragazzo solo dopo tre anni, inducendo a perplessità «non adeguatamente spiegate dai giudici di merito». Il processo in appello ora si dovrà rifare tutto da capo.

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Delpini è descritto dai milanesi come una persona semplice e buona. Di sé ha raccontato, pochi minuti dopo l’annuncio della sua nomina ad arcivescovo di Milano nel 2017: «Conosco abbastanza la diocesi per rendermi conto che per continuare questa storia di santità ci vorrebbe un vescovo santo.

Io invece percepisco tutta la mia mediocrità. Ho quindi bisogno di essere accompagnato e sostenuto da molta preghiera e da quella testimonianza di santità operosa fino al sacrificio, discreta fino al nascondimento, docile fino alla dimenticanza di sé che è tanto presente nel popolo ambrosiano».

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