Berlusconi funerali, l'omelia di Delpini (ispirata a Giussani): «C'è chi lo applaude e chi lo detesta, ma oggi è solo un uomo che incontra Dio»

In quanto uomo ha voluto «Vivere e amare la vita. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti».

Berlusconi funerali, l'omelia di Delpini: «Ha chi lo applaude e chi lo detesta, ma è solo un uomo che incontra Dio»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 10:08

«Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta». Questo un passaggio dell'omelia di Silvio Berlusconi pronunciato dall'arcivescovo Mario Delpini al Duomo di Milano nel corso dei funerali di Stato. 

Il ricordo del Cavaliere

Alle radici di qualsiasi storia umana e dunque anche di quella dell'ex presidente del Consiglio, del potente fondatore dell'impero Mediaset e del partito di Forza Italia, c'è solo l'aspirazione alla vita, all'amore e alla felicità. «In questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia.

E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio». 

La significativa omelia che viene pronunciata dall'arcivescovo di Milano nella cornice solenne dei funerali di Berlusconi delinea tutto il mistero dell'ultimo passaggio terreno di ogni essere umano. E' un testo che risente in modo fortissimo della predicazione preziosa di don Luigi Giussani, fondatore di Cl, e al quale, evidentemente, l'arcivescovo Mario Delpini, si è ispirato. Come sottolineava anche lo scrittore Giovanni Papini, l'uomo, qualsiasi uomo, in fondo è libero solo di diventare ciò che nella sua originaria essenza era già:  sete di felicità. «Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà» ma in questo percorso umano si trasforma in un'anima che viene accolta nella misericordia divina. 

 

Berlusconi l'uomo e il personaggio

Delpini tocca tre dimensioni importanti: il vivere, il bisogno di amare ed essere amato ed essere contento. Naturalmente affronta anche il complesso e sfaccettato percorso politico di Berlusconi elencando in modo allegorico i rischi che qualsiasi uomo potente, a qualsiasi latitudine, affronta davanti ad essi, a volte soccombendo, altre volte trasformando le battaglie in risultati al servizio degli altri. 

«Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari. Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta» dice Delpini. 

Vivere resta la cifra del sentiero personale percorso da Berlusconi. «Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare ed arrendersi. Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di amore, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento». In pratica è l'accettazione del proprio destino eterno in attesa del giudizio del Signore. 

Chi è l'arcivescovo che celebra i funerali

A celebrare l'arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Originario di Gallarate, classe 1951, Delpini fu ordinato prete nel 1975. Ha insegnato in seminario, ha fatto studi successivi in scienze teologiche e patristiche e nel 2006 è diventato vicario episcopale di Melegnano.

L’anno successivo Benedetto XVI lo ha nominato vescovo ausiliare di Milano ricevendo l’ordinazione dalle mani del cardinale Tettamanzi. La sua storia è al centro di un piccolo giallo: per il suo ruolo, infatti, dovrebbe essere cardinale ma, ciononostante, è sempre stato escluso dai concistori per volontà di Papa Francesco.

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