Nuovo decreto, coprifuoco resta (per ora) alle 22. Ok al Dl, ma la Lega si asterrà. Lo stato d'emergenza fino al 31 luglio

Nuovo decreto, scontro tra regioni e governo sul coprifuoco. Patuanelli: «Resta alle 22»
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 00:23

È scontro tra governo e regioni sull'orario del coprifuoco. E si va verso la conferma, a quanto si apprende da fonti di governo, del coprifuoco alle ore 22 (per il momento, salvo modifiche in corso d'opera) nel testo del decreto riaperture. La Lega ha annunciato in Consiglio dei ministri che si asterrà sul voto sul decreto. «La Lega è solo portavoce di quello che chiedono i sindaci e i governatori di tutta Italia, e di qualunque colore politico, su riaperture, coprifuoco e vaccini»,  sottolineano fonti del Carroccio, i cui ministri hanno indicato in Consiglio dei ministri di astenersi sul Dl Covid. Decreto che ha avuto comunque il via libera del Consiglio dei ministri e, tra le altre cose, posticipa al 31 luglio lo stato di emergenzaSarà mantenuto almeno fino al primo giugno il coprifuoco alle 22. Dopo maggio potrebbe essere valutata, dopo un'ulteriore analisi dei dati epidemiologici, una delibera per eliminarlo o far partire il provvedimento dalle ore 23.

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Le misure

Secondo quanto riferito da fonti ministerili dopo il Cdm, sarà possibile sedersi ai tavoli nei ristoranti al chiuso sempre  dal primo giugno. 

La giornata

«Il coprifuoco rimarrà alle 22, come deciso dalla Cabina di regia di venerdì scorso», aveva detto stamattina a Studio 24 su RaiNews il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. «Vorremo - aveva aggiunto - che sulla scuola si tornasse al 100%.

Intendiamo porre il tema in Cdm e, come sempre, troveremo una soluzione di equilibrio. Anche se Regioni chiedono limiti per motivi di trasporti, come M5S riteniamo di dover garantire agli studenti delle Superiori per questi ultimi 100 giorni di scuola lezioni in presenza».

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In Cdm, aveva aggiunto il ministro Patuanelli, «non ci sarà discussione sul coprifuoco che resta alle 22, come deciso ieri in pre-consiglio. Si danno delle risposte segnando un percorso di riaperture, che è contenuto nel decreto legge che portiamo oggi in Consiglio di ministri. Non si può affrontare un tema in mondo settoriale, uno alla volta. Vanno viste le misure nella loro completezza: parlare di coprifuoco alle 22 o alle 23 è sbagliato nella misura in cui non si guarda all'insieme del processo di riaperture che abbiamo messo in campo. È l'insieme delle aperture che genera mobilità e rischi di contagio. Oggi però c'è un percorso di riaperture graduale, prudente, misurato. Ci si assume la responsabilità anche di aperture serali, con date e tappe che vanno affrontate in questo modo perché nel frattempo prosegue la campagna vaccinale».

Ma non tutti dentro al governo sono d'accordo con Patuanelli 

La ministra Elena Bonetti si è espressa a favore del posticipo del coprifuoco. Lo spostamento del coprifuoco dalle 22 alle 23 «potrebbe aiutare» ed «essere più funzionale» rispetto all'apertura dei ristoranti. Lo ha detto la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti a Sky Tg24 Timelime.

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Le regioni che chiedono il coprifuoco oltre le ore 22

Le regioni chiedono invece di prolungare gli orari e di spostare l'inizio del coprifuoco dalle 22 almeno alle 23. È la proposta del presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga: «C'è un'interlocuzione con il governo, la Conferenza delle Regioni propone di ampliare il coprifuoco di un'ora così da permettere alle attività di avere un minimo di respiro».

«Sul coprifuoco, premesso che è una brutta parola, e che il motore è avere il controllo dell'infezione, un segno di disponibilità sarebbe stato innalzarlo un pò». Lo ha detto ai giornalisti il presidente del Veneto Luca Zaia. «Spero - ha aggiunto - che il presidente del Consiglio prenda in considerazione questo elemento. Magari nella ristorazione uno può avere come lasciapassare lo scontrino del ristorante, senza dover uscire di fretta col boccone sullo stomaco».

Sono soprattutto le regioni guidate dal centrodestra che chiedono di allentare la serrata notturna. «Il coprifuoco alle 22 non è compatibile con una riapertura serale degli esercizi ristorativi». Lo ribadisce il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stamani a SkyTg24. L'orario del coprifuoco «non credo che dal punto di vista epidemiologico faccia tutta questa differenza - aggiunge -. O si ritarda di un'ora il coprifuoco, oppure si consente di tornare a casa ai clienti dopo le 22 mostrando la ricevuta del ristorante».

«Il coprifuoco deve essere almeno portato alle 23. Altrimenti è come dire potresti andare a cena in un ristorante all'aperto ma in realtà, di fatto, non puoi»: così la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei rispondendo a una domanda dell'ANSA nella conferenza stampa dedicata al Piano nazionale di ripresa e resilienza. «A meno che non si vada nel locale sotto casa» ha aggiunto. «Se uno deve prendere l'auto per andare al ristorante - ha detto Tesei - evidentemente significa mangiare una cosa velocemente e ripartire di corsa per essere a casa alle 22. Noi riteniamo ragionevole che il coprifuoco possa essere spostato alle 23».

Anche la Regione Sardegna, con l'assessore della Sanità, Mario Nieddu, si è espressa in Conferenza delle Regioni perché il coprifuoco sia spostato oltre le 22. «L'orario non può coincidere con quello di chiusura dei ristoranti - ha detto l'esponente della Giunta Solinas -. Il coprifuoco fissato alle 22 costringerebbe le persone ad abbandonare i locali in largo anticipo e i ristoratori avrebbero tempi strettissimi per il servizio. L'aumento dei casi in Sardegna durante la zona bianca, periodo in cui abbiamo spostato in avanti l'orario del coprifuoco, non è sicuramente imputabile alle attività di ristorazione. Dobbiamo ripartire in sicurezza, ma dobbiamo farlo con criterio». Nel corso del suo intervento sul decreto Riaperture, Nieddu si è espresso anche sugli ambulanti: «Dobbiamo consentire loro di ripartire subito, svolgono l'attività all'aperto, con rischi molto bassi per la diffusione del virus, nel caso in cui siano rispettate tutte le disposizioni anti-contagio».

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