Certificato verde, valido sei mesi per spostarsi tra regioni e viaggiare in Europa: carcere per chi lo falsifica

Certificato verde, valido sei mesi per spostarsi tra regioni e viaggiare in Europa: carcere per chi lo falsifica
di Raffaele Alliegro
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 17:15 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 09:22

Permetterà di spostarsi tra le regioni italiane classificate con colori diversi. Ma anche di andare all'estero e probabilmente di frequentare eventi dove è prevista la partecipazione del pubblico. Sarà in formato cartaceo o digitale. E durerà sei mesi. Sono queste le caratteristiche principali del certificato vaccinale, il “green pass” già previsto nella bozza del decreto che il governo dovrebbe approvare nelle prossime ore. Ma attenzione: chi lo falsifica rischia il carcere.

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Le polemiche

Non si sono ancora spente le polemiche sul rischio di violazione della privacy.

Ma è una novità, questa del “pass”, che anche molti infettivologi considerano utile. Dice Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova: «Tra le misure previste dal governo dal 26 aprile mi piace molto l'introduzione di questo certificato per muoversi tra le Regioni, molto simile al “green pass” che spero sia uniformato ai 27 Paesi Ue e che si potrà stampare o avere sul cellulare. È un messaggio importante che le persone possano muoversi in sicurezza e in questo modo ci uniformiamo a quello che sta avvenendo in altri Paesi. L'Italia tornerà a muoversi e a ospitare anche turisti che arrivano dall'estero».

 

Il decreto

Ufficialmente si chiamerà “certificazione verde” ed è previsto all'articolo 10 della bozza del decreto. Avrà una durata di sei mesi per i vaccinati e le persone che si sono ammalate di Covid e sono guarite. Durerà invece 48 ore per chi si sottoporrà a un test antigenico o molecolare con esito negativo. La certificazione, che rappresenta una delle principali novità del decreto che sarà discusso in consiglio dei ministri, verrà rilasciata già dopo la somministrazione della prima dose di vaccino. E verrà compilata proprio dalla struttura presso la quale avviene l'immunizzazione. Il documento confluirà quindi nel fascicolo sanitario elettronico personale e conterrà sia i dati anagrafici sia il numero di dosi del vaccino che sono state effettivamente somministrate rispetto a quelle previste.

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Il certificato

Anche il certificato valido 48 ore, che si otterrà dopo aver fatto il test antigenico rapido o molecolare (ovviamente con esito negativo), potrà essere ritirato direttamente presso la struttura che ha effettuato il tampone, cioè strutture sanitarie pubbliche, private e accreditate, oppure farmacie, medici di medicina generale e pediatri. Le persone che invece hanno avuto il Covid e sono guarite potranno ritirare la “certificazione verde” nella struttura presso la quale sono state ricoverate oppure, se non c'è stato un ricovero, direttamente dal medico di medicina generale. Bisogna infine ricordare che il documento non sarà più valido se la persona risulterà nuovamente positiva al Covid in un momento successivo. Ma cosa dovrà fare chi ha completato il ciclo di immunizzazione prima dell'entrata in vigore del decreto? Se ha già ottenuto un “pass” questo documento sarà valido per sei mesi dalla data indicata sulla certificazione. Se invece non ha avuto alcun documento potrà richiederlo alla struttura sanitaria, alla Regione oppure alla Provincia.

Prima versione

Dovrebbe trattarsi, comunque, soltanto di una prima versione del certificato. L'Ue, infatti, sta studiando la possibilità di introdurre un documento valido per tutti i cittadini europei. Il pass resterà in vigore fino all'attivazione della piattaforma dell'Unione europea nella quale verranno inseriti anche i certificati dei singoli Stati. L'obiettivo è che a giugno diventi operativo il “Dgc - Digital green certificate” a livello europeo che permetterà di viaggiare con molta maggior facilità tra i Paesi dell'Unione.

 

Per chi falsifica il certificato, infine, c'è il rischio del carcere. Il secondo comma dell'articolo 13 prevede infatti che per tutti i reati di falso che hanno ad oggetto la certificazione verde sul Covid-19 le pene previste dagli articoli 476, 477, 479, 480, 481, 482, 489 del codice penale, anche se relativi ai documenti informatici di cui all'articolo 491 bis, sono aumentate di un terzo.

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