Doppio turno, l'Udc spinge Barberini (Pd) rilancia forte

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Martedì 7 Ottobre 2014, 05:50
PERUGIA Per Sandra Monacelli e Maurizio Ronconi dell'Udc sarebbe «il sistema più democratico, ed è anche la proposta di Renzi». Ad ascoltare Luca Barberini del Pd: «La soluzione migliore, che qualificherebbe il programma e la coalizione». Indovinello: cos'é? Il doppio turno, croce e delizia dei consiglieri regionali, di quelli in carica che sperano di restare e di quelli che vogliono entrare a Palazzo Cesaroni dalla prossima primavera.
La commissione regionale incaricata di discutere ha ancora il tavolo apparecchiato con una marea di carte: preferenza singola o di genere doppia o tripla, uno o due collegi, turno unico o doppio e poi - attenzione questa è roba per secchioni - metodo D'Hont, Saint Laugue o Hare. Parolacce che però sono decisive per assegnare i seggi ai partiti piccoli. Sul doppio turno Barberini aggiunge: «Per quanto mi riguarda, di sicuro la proposta più adatta al momento attuale... certo poi bisognerà arrivare ad una sintesi: io ribadisco le mie idee fino in fondo».
Il consigliere regionale Sandra Monacelli spiega: «Il dibattito della legge elettorale sembra la scena dei capponi che si cucinano il pranzo di Natale con l'obiettivo di salvarsi la pelle, l'emblema di un'Umbria asfittica, a corto di idee, ripiegata su se stessa e sfiduciata da una crisi economica, politica e di valori». Monacelli, insieme al doppio turno, propone pure il premio di maggioranza solo alle coalizioni che superano il 45 per cento, diverso metodo di assegnazione dei seggi, collegio unico regionale e niente elezione automatica dei candidati presidenti: «Anche chi corre per guidare la giunta si metta in lista e prenda preferenze».
Il coordinatore regionale dell'Udc Maurizio Ronconi butta lì qualcosa di più di una provocazione: «Il doppio turno è la proposta anche di Renzi, in Umbria sarà la cartina di tornasole per capire se questo è il Pd di Renzi o degli ex Ds. Noi - dice - abbiamo la necessità di capire: da qui si può costruire il futuro dell'Umbria in un senso o in un altro. Ci pare interessante anche l'esperimento del sindaco di Assisi Claudio Ricci, ma non è del tutto chiaro: ha il merito di aver scomposto un centrodestra che in Umbria forse era più destra e berlusconismo che centro, ma a lui chiediamo chiarezza: l'arca di Noè non ci interessa».
Federico Fabrizi
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