Il teatro Cafaro chiuso da 8 anni: ormai ci piove dentro

Il teatro Cafaro chiuso da 8 anni: ormai ci piove dentro
di Vittorio Buongiorno
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Venerdì 5 Gennaio 2024, 12:15 - Ultimo aggiornamento: 12:19

IL CASO

Maggio 2015, una domenica sera, Clemente Pernarella sale sul palco del Cafaro con il coro degli Alpini di Latina per lo spettacolo "Per non dimenticare" per ricordare i cento anni dall'inizio della prima guerra mondiale. E' uno degli ultimi spettacoli ospitati dall'ex teatro Ridotto, intitolato il primo marzo del 2004 ad Armando Cafaro l'attore amatoriale, regista e commediografo di Latina scomparso nel corso di uno spettacolo teatrale un anno fa. Da allora è calato il sipario. Nel settembre del 2015 viene dichiarato inagibile, proprio come il D'Annunzio.
Oggi, quasi nove anni dopo, il principale teatro di Latina ha riaperto i battenti. Il Cafaro no. Mai più da allora, a differenza del D'Annunzio che per alcuni brevi periodi era tornato a funzionare. E, quel che è peggio, la situazione dell'ex Ridotto è andata via via peggiorando. Impossibile accedervi per documentare lo stato attuale, ma racconta chi è riuscito a entrare di una situazione desolante. «Ci piove dentro» rivela una fonte. Già, come era accaduto per il D'Annunzio. Che ci piova lo dimostra l'atrio: basta affacciarsi alle vetrate accanto all'ingresso per vedere una situazione sconfortante. Il bancone della biglietteria, realizzato in legno su disegni originali è completamente distrutto dalle infiltrazioni d'acqua. Anche la vernice verde del soffitto è scrostata in più punti, in particolare nei pressi del guardaroba dove quando piove forte, l'acqua continua a cadere. Quanto alla sala, le poltronicine sembra siano salve, ma lo stesso non si può dire per il palco danneggiato in più punti dalle infiltrazioni d'acqua. Il tutto complicato da questi otto anni di chiusura: polvere e umidità la fanno da padrone.
Sembra incredibile, eppure dopo otto anni, siamo ancora ai nastri di partenza. Nell'intervista uscita ieri sulle pagine del Messaggero ha detto che gli interventi sul complesso Casa della Cultura, che riguardano non solo il Cafaro ma anche la Sala Conferenze e Pinacoteca (inagibili e chiuse da anni perché dopo la separazione dei locali dal corpo centrale del Palacultura) sono «all'interno di un progetto di fattibilità inserito nel bando di Rigenerazione 2 che nel 2021 non venne finanziato».
«Quel progetto di risanamento - ha chiarito la sindaca - dell'intero complesso è stato però trasferito nella cosiddetta seconda fase del Fesr; è un progetto che richiederà oltre 4 milioni di euro per i quali gli Uffici hanno già chiesto la copertura. Stiamo aspettando l'approvazione da parte della Regione».
Solo al quel punto sarà possibile avviare il progetto esecutivo e bandire l'appalto e solo a quel punto si potranno aggiudicare i lavori. Tempi? Difficile dirlo. Il rischio che passino anni è concreto. La Celentano ha dichiarato che «si tratta di un intervento imprescindibile e irrinunciabile per una città che ambisce al ruolo di Capitale italiana della Cultura, ma soprattutto si tratta di una struttura e di un servizio di cui questa città non può continuare a fare a meno».
All'epoca della chiusura contemporanea di D'Annunzio e Cafaro, le associazioni di teatro amatoriale chiesero, invano, la realizzazione di una tensostruttura. Curiosa coincidenza, è la stessa soluzione che oggi il Comune intende perseguire per ovviare alla chiusura del Palabianchini.
Vittorio Buongiorno
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