Roma, stretta anti-smog, la frenata di Raggi: regole da rivedere

Roma, stretta anti-smog, la frenata di Raggi: regole da rivedere
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 18 Gennaio 2020, 00:43 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 01:07

Dopo un filotto di quattro giorni di blocco, a Roma oggi tornano in strada 700mila auto diesel. Ma la tregua durerà poco: domani altro fermo, stavolta per quasi tutte le auto. C’è la “domenica ecologica”, già programmata da tempo e che, a questo punto, produce uno straniante effetto stop & go per gli automobilisti dell’Urbe, sbalestrati nella ridda dei divieti. Interdizioni che, dopo le polemiche, ora la sindaca Virginia Raggi è pronta a rivedere: la pratica è già stata affidata al Dipartimento comunale dell’Ambiente.

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Ieri sera, poco prima delle 19, con un occhio al meteo che segnalava pioggia già dalle prime ore di oggi, il Campidoglio ha deciso di non trascinare ulteriormente il fermo delle auto a gasolio, un’interdizione che ha tenuto spenti i motori perfino alle auto diesel Euro 6, cioè le macchine appena ritirate dal concessionario. Una mossa inutile, a guardare i dati delle centraline che rilevano quotidianamente i livelli di polveri sottili nell’aria. Livelli che durante i divieti, come una beffa, sono cresciuti ogni giorno di più: lunedì, quando ancora il blocco ai diesel non era scattato, si erano registrati sforamenti dei limiti di legge in 8 centraline su 13. Il giorno dopo è partito il maxi-fermo e, pronti-via, si è saliti a 9 sforamenti. Stesso dato di mercoledì, con i valori dei vari quartieri che peggioravano ancora. Ieri l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha comunicato gli ultimi dati disponibili, che riguardano la giornata di giovedì.

IL PEGGIORAMENTO
Inquinamento in calo? Macché, sempre peggio: addirittura 11 centraline su 13 hanno scavallato il tetto di legge, che impone al massimo 50 microgrammi di polveri sottili (le cosiddette pm10) per metro cubo. Limite ampiamente superato in quasi tutte le zone della città, dal Prenestino (64) a Corso Francia (59), da Tiburtina (82) all’area intorno al Vaticano (59).

Nonostante questo ennesimo peggioramento, ieri il Comune ha fatto sapere che le previsioni dell’Arpa «sulla qualità dell’aria a Roma indicano un progressivo miglioramento nelle prossime 72 ore». Non è certo merito del blocco, ma del meteo. Della pioggia, insomma, che dovrebbe ripulire le strade che l’Ama, la partecipata ambientale del Comune, non riesce a spazzare a dovere, anche perché molti dipendenti, con la crisi dei rifiuti, sono stati “dirottati” a raccogliere l’immondizia. Ci si affida all’acquazzone, per ora, anche se, come ha ricordato Cinzia Perrino, direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Cnr, per ridurre davvero lo smog servirebbero azioni programmate da anni, a cominciare dal potenziamento del trasporto pubblico, che riduce il numero delle auto circolanti.

LA REVISIONE
Per ora il Campidoglio si prepara a rivedere i divieti anti-smog. In particolare le misure emergenziali, che vengono annotate nel Piano di intervento operativo del Comune. Ci si muoverà sulla scia del Piano di risanamento della qualità dell’aria, atto che spetta alla Regione e che, ha ricordato ieri la sindaca Virginia Raggi, è «in corso di aggiornamento». In Campidoglio stanno lavorando alla pratica gli esperti della Direzione “Rifiuti e Inquinamento” del Dipartimento Ambiente. Il blocco alle auto Diesel Euro 6, che oggi scatta «se persistono le condizioni critiche di inquinamento per più giorni», adesso è in forse. Il Campidoglio farà una valutazione «insieme all’Arpa». Il blocco in ogni caso dovrebbe essere rimodulato: molto probabilmente, a detta dei tecnici, dopo la revisione i divieti interesseranno anche le auto a benzina Euro 3, circa 160mila veicoli a Roma che in questi giorni hanno circolato liberamente. Un tipo di auto che, come ha ricordato l’Unrae (Unione nazionale dei rappresentanti autoveicoli esteri), produce «il doppio di emissioni di ossidi di azoto rispetto ai diesel Euro 6».

Sul blocco dei diesel ieri è intervenuto anche l’Ordine dei medici e odontoiatri di Roma. Per il presidente Antonio Magi «è fondamentale provvedere al più presto alla raccolta delle foglie», anche perché come hanno già evidenziato tanti esperti «su di esse si depositano le polveri sottili», rimarca l’Ordine dei medici. Quanto ai divieti firmati da Raggi, il presidente dei camici bianchi, commenta: «Avrei bloccato le auto inquinanti e non gli eco-diesel».

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