Per i crediti deteriorati cessioni meno costose

Per i crediti deteriorati cessioni meno costose
di Rosario Dimito
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Sabato 23 Gennaio 2016, 00:52
Sarà probabilmente il Consiglio dei ministri convocato per metà (il 27 o il 28 gennaio) della prossima settimana a varare «le nuove misure che renderanno più facili le cessioni dei crediti deteriorati delle banche». A quali misure alludeva il ministro Pier Carlo Padoan ieri intervistato a Davos? Secondo ambienti vicini a Palazzo Chigi si tratterebbe di una modifica ulteriore alle procedure concorsuali, onde consentire il recupero dei crediti in tempi più stretti e con costi meno onerosi.

Addirittura dimezzando i sette anni circa oggi necessari. Ciò consentirebbe di migliorare sensibilmente il prezzo di vendita delle sofferenze bancarie, rendendo meno punitiva la loro liquidazione.
Quanto alla cosiddetta ”bad bank leggera”, in pratica un’operazione di cartolarizzazione assistita da garanzia pubblica, la svolta potrebbe arrivare martedì, quando il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan incontrerà a Bruxelles la commissaria Margrethe Vestager. Se in quella sede dovesse giungere un sostanziale via libera alla proposta italiana, il progetto potrebbe tradursi in un provvedimento legislativo in tempi brevi, arrivando probabilmente già sul tavolo del Cdm di metà settimana in coincidenza con la riforma delle Bcc. Tutto dipenderà dall'esito del faccia a faccia di martedì. 
 
LO SCENARIO
Le turbolenze che negli ultimi giorni hanno colpito i titoli degli istituti italiani in Borsa hanno sicuramente imposto un'accelerazione al confronto Roma-Bruxelles, che lo stesso Padoan definisce con un certo ottimismo «a un buon punto» ma alcuni nodi fondamentali sono ancora al centro delle discussioni tecniche attualmente in corso. 
Ad essere oggetto di trattativa è anzitutto l'ammontare delle sofferenze che verrebbe coperto dalla garanzia pubblica.

In base a quanto ricostruito dall'agenzia <CF2>Bloomberg</CF>, lo Stato italiano potrebbe esporsi per un massimo di 40 miliardi (il totale lordo dei Npl in pancia alle banche italiane è di circa 201 miliardi), ma da definire è anche il prezzo della garanzia: un punto cruciale, sul quale ruota gran parte della trattativa con Bruxelles. Secondo indiscrezioni, la soluzione condivisa si dovrebbe basare sulla nascita di veicoli ad hoc, denominati special purpose vehicle (in pratica singole bad bank), a cui vendere le sofferenze. A costituirli saranno le banche, da sole o in gruppo se troppo piccole per potersi permettere la costituzione di un veicolo ”personale”. Una volta acquistati i crediti deteriorati, gli Spv potranno cartolarizzarli, ovvero emettere obbligazioni con al loro interno i Npl da vendere sul mercato.

In pratica, lo stesso meccanismo utilizzato per i mutui subprime negli Stati Uniti. A differenza di quei prodotti, causa prima della crisi finanziaria del 2008, i titoli italiani - o almeno parte di essi - avranno però la garanzia pubblica citata. Secondo la proposta messa a punto dagli advisor JpMorgan e Mediobanca che hanno affiancato Bcg, ad essere garantite in toto dovrebbero essere le obbligazioni senior, acquistabili non solo da parte dei fondi specializzati ma, proprio grazie alla garanzia dello Stato, anche da investitori istituzionali e Bce. Le junior non avrebbero invece alcun paracadute e sarebbero destinate invece solo ai compratori «specializzati». In mezzo potrebbero esserci titoli mezzanine, con una garanzia parziale, comunque acquistabili dalla Bce.

Quanto al prezzo della garanzia, sul tavolo c’è l’ipotesi di utilizzare il valore applicato a fine 2011 quando il governo Monti, in piena crisi da spread, varò il provvedimento che metteva un bollino blu alle emissione dei bond bancari in modo da consentire che venissero ceduti alla Bce per approvvigionarsi. Poi c’è da tener presente che le cartolarizzazioni possono riguardare crediti ipotecari e altri tipi di crediti, come i chirografari. La differenza tra le varie categorie di rischi è evidente, visto che i mutui con ipoteca hanno probabilità di recupero molto maggiore. E sono anche queste differenze che hanno reso tutto più complicato, offrendo argomenti pretestuosi ai frenatori di Bruxelles. «Se i governi che ci hanno preceduto - ha detto Padoan - si fossero preoccupati di varare una bad bank come hanno fatto molti partner all’inizio del decennio, ora non avremmo tutti questi problemi».
 
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