Mazzette in Lombardia, i piani della cricca: «Puntiamo sul Lazio»

Mazzette in Lombardia, i piani della cricca: «Puntiamo sul Lazio»
di Claudia Guasco
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Giovedì 18 Febbraio 2016, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 17:51

MILANO - La Zarina della sanità aveva progetti ambiziosi. La Lombardia era il cuore degli affari, ma puntava all’espansione: Veneto e Piemonte - le «regioni amiche», come le chiamava il socio Mario Longo - ma anche Friuli, Toscana e soprattutto Lazio. «Martedì sono a colazione con il senatore Tomassini... cioè per il Lazio. Andiamo a tamburo battente come so fare io... proprio pancia a terra!», annuncia trionfale Maria Paola Canegrati, arrestata con l’assessore regionale Fabio Rizzi e il suo factotum Longo che, in cambio di mazzette, avrebbero piazzato le società odontotecniche dell’imprenditrice negli ospedali pubblici lombardi. E per fare altrettanto nel Lazio, la Canegrati replicava lo stesso modello: cercare i contatti giusti in politica, nello specifico incontrando il senatore Antonio Tomassini, eletto a Varese tra le fila del Pdl, dal 2008 al 2013 presidente della Commissione permanente igiene e salute.

 

«FUORI I ROMANI»
Ma il mondo imprenditoriale della Canegrati è a senso unico: le sue aziende, sponsorizzate da Rizzi, possono sbarcare in altre regioni, nessuno invece può entrare in Lombardia. Ecco allora che quando la Wilocs, società odontotecnica di Roma, si fa avanti per il bando dell’ospedale di Desio e Vimercate (appalto da 105 milioni di euro) l’imprenditrice «considera tale circostanza un’ingerenza inaccettabile», scrive la pm Manuela Massenz nella richiesta di arresto. «Si presenterà la Wilocs... bastardi», sbotta in un’intercettazione del giugno 2015. «E il prezzo lì va giù giù giù eh... perché giocano su quello», dice la socia Roberta Micciché, «il fatto che stiano a Roma non aiuta e quindi devono per forza giocarsi altre carte, anche perché sono più grossi di noi». La soluzione della Canegrati: un bel cartello di imprese. «Ca..o, questi qui di Roma... comunque beh dovemmo metterci d’accordo, trovare soluzioni... ma che un romano veramente venga qui...». La soluzione per stroncare la concorrenza capitolina in ogni caso è pronta: «Dobbiamo fare gare a Roma per disturbare la Wilocs», annuncia la Canegrati.

OBIETTIVO EXPO
Se per Rizzi e Longo, stando alle accuse, l’imprenditrice era una costante fonte di reddito, i due politici non perdevano occasione per fare affari. Ecco allora che durante lo svolgimento di Exposalute, tavolo sulla sanità parallelo all’Expo, ideano dei pacchetti turistici da proporre ai medici. Conferenze scientifiche abbinate a tour, ma il progetto non va in porto, suscitando l’ira di Longo: «Fabio (Rizzi) segue le cose a c..o. Prima è andato a dire a tutti che facevamo Exposalute e poi ha fatto delle figure di m...a su sta roba. Il mio compito è anche proteggere Fabio da se stesso, allora deve capire che quando dice le cose le deve fare, perché tutta la sua carriera si basa sulla sua credibilità. E lui a Milano l’ha persa». Ieri Rizzi è stato ascoltato dal gip e ha parlato a ruota libera per oltre due ore: nessuna ammissione - stessa posizione di Longo - e «non abbiamo discusso del partito, nonostante lui sia consapevole di essere finito politicamente», dice il suo avvocato. Maria Paola Canegrati depositerà una memoria e preannuncia: «Chiarirò tutto perché sono innocente».
 

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