Tangenti nella sanità lombarda, Rizzi e Longo in tribunale. Il gip: restino in carcere

Fabio Rizzi
di Claudia Guasco
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Giovedì 18 Febbraio 2016, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 17:44

MONZA «Chiarirò tutto, sono pronto a spiegare la verità», ha annunciato il consigliere leghista Fabio Rizzi dalla sua cella del carcere di Monza. Stamane poco dopo le 13 è cominciato l'interrogatorio di garanzia: davanti al gip del tribunale monzese sono comparsi Rizzi e il suo factotum Valentino Longo, arrestati martedì scorso con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla turbativa d'asta e al riciclaggio.

SOLDI PROMESSI
Il carcere, sostiene il gip Emanuela Corbetta, è necessario per il rischio di inquinamento prove e per la reiterazione del reato. Non ci sono infatti solo le presunte tangenti già intascate, 50 mila euro che si sarebbero spartiti tra Rizzi e Longo (al consigliere venne pagata la campagna elettorale del 2013 ) e 38 mila destinati a Longo, e versate dall’imprenditrice Maria Paola Canegrati per aggiudicarsi le esternalizzazioni del settore odontoiatrico. Stando alle carte dell'inchiesta, ci sono anche le "prospettive" future: Canegrati prometteva ai due politici 1,5 milioni se la vendita delle azioni della Implanta fosse andata a buon fine, e altri 120 mila euro l’anno se ci fossero state altre gare "assicurate".

Come scrive il gip nell’ordinanza, «Canegrati, promotore di un sistema societario attivo nel campo dell’odontoiatria nonché nel commercio di materiale odontoiatrico procurava, attraverso turbative d’asta, la corruzione degli associati Longo e Rizzi e la corruzione dei funzionari pubblici preposti alla gestione dei servizi di odontoiatria affidati in service ai privati dalle singole aziende ospedaliere e alla fornitura del materiale odontoiatrico e ortodontico per i medesimi servizi, la stipulazione di vantaggiosi contratti, nonché, sempre attraverso la corruzione degli associati Longo e Rizzi, la stipulazione di vantaggiosi contratti con strutture private convenzionate».

«SOSTANZIOSE ELARGIZIONI»
Un meccanismo ben oliato che ha fatto la fortuna del gruppo di servizi odontoiatrici della Canegrati. «Ho fatto tanti soldi, ne ho regalati tanti», dice lei in un'intercettazione. Una donna da 389 milioni di euro grazie all'appoggio di Rizzi e Longo. I rapporti spesso sono tesi, ma gli interessi economici vengono prima di tutto e il filo non si spezza mai. «Non lo mando a cagare giusto perché Busto me l’ha fatto prendere lui, eh. Una parte gliela dovrò dare», sbotta l'imprenditrice contro Longo.

Il denaro che i tre riescono a muovere è tanto, dai 50 mila euro in due rate a Longo a quelli in nero per la corsa alle regionali di Rizzi, dai 5000 mensili alla società di cui Longo e Rizzi sono soci occulti tramite le loro compagne (nome scelto: Spectre) ai due milioni, ottenuti sfruttando i fondi che la Regione Lombardia ha investito in un ospedale pediatrico nella foresta brasiliana. Dice la Canegrati di Rizzi: «S’è fatto fare il Progetto dentiere, el ciapa utantamila euro l’anne per non fare un cazzo. Lo tengo altro che buono, più buono di così… Lui prende i soldi e io lavoro». E in effetti la ServiceDent dell'imprenditrice lavorava molto, grazie alle corsie preferenziali nelle gare per i servizi odonotoiatrici negli ospedali pubblici. «Le sostanziose elargizioni economiche ai due politici – sottolinea il gip – permettevano a Canegrati di ottenere la pressoché totalità degli appalti».

LISTE D'ATTESA
Ma le mazzette hanno un prezzo e a pagarlo sono i cittadini. «L'asservimento continuo dei pubblici ufficiali (Rizzi e Longo) agli interessi privati ha prodotti effetti deleteri», rileva ancora il gip. «Si è determinata l'erogazione di servizi scadenti con ricadute sui pazienti». Che vengono spremuti come limoni: «Noi sposteremo la maggior parte dell'attività sulla solvenza e faremo delle liste d'attesa che vanno alle calende greche». Agli atti c'è anche una mail di un odontoiatra che poco dopo essere stato assunto da Servicedent rinuncia all'incarico. Troppi rischi: «Mi scuserà, ma proprio non me la sento di mettermi in cattiva luce...», informa.

Intanto, sul fronte politico, il leader del Carroccio Matteo Salvini si schiera al fianco del governatore leghista Roberto Maroni. Dovrebbe dimettersi da presidente della Lombardia? «Assolutamente no.

In Lombardia abbiamo la migliore sanità. Laddove c'è la certezza di un errore, interveniamo prima noi dei giudici. Non rivendico superiorità morali come altri ad esempio il M5S. La differenza è tra chi butta fuori chi sbaglia e chi, come il Pd, li coccola e li candida», afferma Salvini.

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