Gli Uffizi dell’archeologia, il Museo Nazionale Romano diventa protagonista della riforma dei Beni culturali

Gli Uffizi dell’archeologia, il Museo Nazionale Romano diventa protagonista della riforma dei Beni culturali
di Laura Larcan
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Sabato 23 Gennaio 2016, 00:46 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 13:30
Nei corridoi del Collegio Romano usano già qualche slogan, tipo "Gli Uffizi dell'Archeologia", o "La Brera della scultura classica". Il riferimento ai due musei big italiani non è casuale, perché il Museo Nazionale Romano diventa ora protagonista (nel bene o nel male) della seconda fase della riforma dei Beni culturali. Non solo spicca tra i nuovi dieci istituti museali di rilevante interesse nazionale ad essere stati "promossi" alla speciale gestione autonoma. Ma è notizia di ieri che il museo conquista anche il livello top, perché il suo nuovo direttore manager, che sarà nominato con un bando internazionale, rientra nella cosiddetta prima fascia della dirigenza pubblica. In sostanza, il Museo Nazionale Romano viene "spacchettato" dalla Soprintendenza archeologica di Roma, e si aggiunge a quei sette musei big delle venti istituzioni Uffizi e Brera, ma anche alla Galleria Borghese e alla Reggia di Caserta, solo per citarne alcuni già traghettati all'autonomia lo scorso anno, con il debutto della riforma voluta dal ministro Dario Franceschini. Diventa il boccone più ghiotto, insomma, rispetto agli altri nove "colleghi" appena selezionati (la Pilotta a Parma, Miramare a Trieste, Campi Flegrei, Ercolano, Villa Adriana e Villa d'Este, Appia e Ostia Antica, i Musei della Civiltà all'Eur). Per il dirigente che ne guiderà il nuovo corso è prevista una busta paga di 190 mila euro (a fronte dei circa 80 per i direttori di seconda fascia). Ai quali si aggiunge sistematicamente il premio annuale di dirigenza di circa 37mila euro.

 
Cosa succede ora? Gli uffici del Mibact stanno lavorando sul progetto di riassetto. Delle quattro sedi istituzionali ne rimarrebbero tre: il circuito clou sarà Palazzo Massimo, Terme di Diocleziano e Palazzo Altemps, mentre la Crypta Balbi sembrerebbe restare forse alla Soprintendenza. Ma il condizionale è doveroso. L'autonomia gestionale consentirà quella "elasticita" degli orari d'apertura tanto cara al ministro, puntando a fasce orarie o diversificate in base alla stagione turistica. Il leitmotiv è Terme di Diocleziano e Palazzo Massimo "fuori-orario" per visite serali, con una rinnovata biglietteria integrata. Non mancano piani di restyling esterni, soprattutto nel complesso delle Terme, dove si sta chiudendo il cantiere di allestimento museale del Mausoleo ipogeo del Quadraro. Allo studio già partnership di punta con kermesse come la Festa del Cinema, le sfilate di alta moda. «Eventi che si potranno fare in totale autonomia, mettendo in moto anche rapporti nuovi di mecenatismo», riflettono al ministero. L'obiettivo del ministro è legare il nuovo museo big ad un mecenate illustre.

LOOK E SPONSOR
Look, rilancio e valorizzazione passeranno anche per progetti ad hoc sui capolavori super star, come quelli a Palazzo Massimo: il Pugile a riposo, il Discobolo, l'Ermafrodito dormiente. Le strategie dei prestiti saranno tutte ripianificate, per arricchire il percorso espositivo e attrarre pezzi dall'estero. Le pedine della nuova scacchiera si stanno muovendo. Il bando sarà pubblico a febbraio, ma già dal ministero prospettano una nomina a tempo record per l'inizio dell'estate. Il posto farà gola? Il circuito del Museo Nazionale Romano, con le sue quattro sedi nel centro storico, ha portato a casa dati positivi sul flusso turistico, ha conquistato la quindicesima posizione nella top 30 dei musei italiani del 2015, attestandosi al quinto posto nella classifica dei siti più visitati del Lazio, con 356.345 biglietti staccati (+18 per cento rispetto al 2014) con 1.270.869 euro di incassi.

Ma certo l'autonomia lo rende orfano dalla Soprintendenza che garantiva la sopravvivenza economica con gli introiti del Colosseo. Ora il bilancio è autonomo, mentre il direttore sarà affiancato da un Cda e una commissione scientifica. Il bando spalanca la finestra ad aspiranti direttori stranieri, ma non mancano già i potenziali super candidati italiani, quei direttori generali di ruolo che si rimettono in gioco con il valzer di accorpamenti e soppressioni dettati dalla seconda fase della riforma di Franceschini. La poltrona è perfetta per Gino Famiglietti, dalla direzione per le Antichità che si accorpa alle Belle Arti, di Francesco Scoppola. Anche l'attuale soprintendente Francesco Prosperetti può ambire al posto (visto che dal 31 gennaio il suo posto torna a bando). Ancora l'architetto Carla Di Francesco, e perché no, anche Anna Maria Buzzi. Ma, come tanti si chiedono, non c'è motivo di non trovare un direttore manager archeologo. Dettaglio non da poco, visto che i titolari di ruolo in lizza sono un avvocato, tre architetti e una pedagoga.
 
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