Sara Funaro a Firenze, il Pd punta sulla "prima sindaca" ma senza le primarie. E ora si tratta con Renzi

Manca solo l’ufficialità per la scelta dei Dem: la nipote di Bargellini per il dopo Nardella

Sara Funaro a Firenze, il Pd punta sulla "prima sindaca" ma senza le primarie. E ora si tratta con Renzi
di Federico Sorrentino
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Martedì 5 Dicembre 2023, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 08:55

ROMA Il candidato Pd per il dopo-Nardella a Firenze sarà, ormai con ogni probabilità, Sara Funaro e senza passare per le primarie. È lei, l'attuale assessore al Welfare del Comune fiorentino, la persona scelta dalla direzione locale del partito per far tornare i dem a Palazzo Vecchio dopo le elezioni comunali del prossimo 9 giugno. Ed è una decisione contestata, non tanto per il nome quanto per la modalità adottata. Dopo quanto avvenuto nelle scorse settimane in Sardegna, il Pd abdica infatti per la seconda volta in breve tempo ai gazebo e apre ancora di più la spaccatura che s'era registrata negli ultimi mesi tra i dem fiorentini. A nulla sono serviti gli ultimi tentativi di mediazione interna, nè le ripetute recriminazioni di Cecilia Del Re, l'ex assessore all'Urbanistica sfiduciata a marzo da Nardella, che aveva fatto pervenire nelle scorse settimane al Nazareno oltre mille cartoline per chiedere al partito di passare per le primarie. Secondo Del Re, i gazebo «sono uno strumento inclusivo per scegliere un candidato con trasparenza, fanno parte della storia e dell'identità Pd. No ad una donna calata dall'alto da capicorrente tutti uomini».

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Ma in ambienti Pd si è certi: «È una scelta di continuità». Funaro, 47 anni, nipote dello storico sindaco Bargellini (quello dell'alluvione del 66) è una candidata forte: gode della fiducia del sindaco Nardella, è sostenuta dall'area Schlein e ha ricevuto l'ok anche del governatore della Toscana Eugenio Giani. Nell'assemblea di ieri sera ha pesato pure l'esito delle consultazioni fatte nell'ultimo mese con circa 200 personalità del Pd locale, dagli eletti ai rappresentanti di circolo: oltre l'80% si è espresso a favore dell'assessore al Welfare. Proprio questo è il punto contestato dalla Del Re: scegliendo le consultazioni il Pd ha deciso di non allargare la discussione sul nome alla platea degli iscritti. Ma la Funaro ha anche altri sostegni, su di lei ci sono convergenze anche con Azione e +Europa e si dialoga con Verdi-Sinistra. Mai decollata invece un'intesa con M5S.
Il rischio di un terremoto però esiste, specialmente perché la spaccatura interna nella maggioranza dem potrebbe allargarsi definitivamente con qualche transfugo della Del Re.

C'è anche l'ipotesi che l'ex assessora lanci in tempi brevi una sua lista civica in contrapposizione a quella del Pd.

IL RISCHIO SPACCATURA

Disperdere voti potrebbe essere fatale per il Pd, a maggior ragione perché a Firenze bisogna sempre fare i conti con Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva da una parte minaccia di presentarsi da solo - tanto che resta l'ipotesi di discesa in campo della vicepresidente di Regione, Stefania Saccardi - dall'altra rimane in attesa di vedere gli sviluppi della situazione. Renzi può strappare voti importanti al Pd ma nemmeno vuole aprire una guerra totale nel suo feudo, dove con il Terzo Polo arrivò fino al 12%. C'è anche la possibilità di trovare una convergenza in un secondo momento, in fondo la Funaro iniziò a far politica proprio con Renzi. Anche se la scelta di rinunciare alle primarie non è vista comunque di buon occhio da Italia Viva. Ripete Renzi: «La Schlein ha vinto con le primarie e poi ha abolito le primarie».

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Nel dibattito è intervenuto anche il rettore dell'Università di Siena, Tomaso Montanari, entrato nelle scorse settimane nella rosa dei possibili candidati proposti dal M5S: «A Firenze serve discontinuità rispetto ai governi Renzi e Nardella, la Funaro non fa sperare in questo. Il M5S e la sinistra civica fiorentina non si presteranno a questo gioco». Di sicuro il Pd non può sbagliare, specialmente in Toscana. Su dieci capoluoghi di provincia, sette sono amministrati dal centrodestra e gli altri tre (Firenze, Livorno, Prato) andranno nelle urne proprio l'anno prossimo. Chi sembra aver già deciso il suo futuro è proprio il fuoriuscente Nardella. Si parla di Bruxelles. «Non decido io», dice il sindaco di Firenze. Ma la sua candidatura per l'europarlamento parrebbe cosa fatta. Ora che il Pd ha svelato il suo candidato per succedergli a Palazzo Vecchio bisogna attendere il nome del centrodestra, con il direttore degli Uffizi in scadenza, Eike Schmidt, favorito.
 

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